OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
oppure
1€ al mese per 6 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Abbracci al chiuso in tempo di Covid, per Roberto Burioni è il caso di andarci piano. Anzi, con i piedi di piombo. E al virologo Burioni fa eco l'infettivologo Massimo Galli: «Immunità di gregge solo con vaccino ai più giovani». «Le cose vanno meglio, ma datemi retta: con gli abbracci e soprattutto al chiuso andate con i piedi di piombo», scrive il virologo Roberto Burioni, docente all'università Vita-Salute San Raffaele di Milano, commentando su Twitter le notizie che arrivano dalla Gran Bretagna, Paese che dà il via libera ai locali al chiuso e agli abbracci ma con moderazione.
Vaccini, Galli: «Considerare se farli ai guariti»
«Considerare l'opportunità o meno di vaccinare quelli che sono già guariti»: è quanto propone il responsabile malattie infettive dell'ospedale sacco di Milano, Massimo Galli.
Immunità di gregge solo con vaccino ai più giovani
«La vaccinazione contro il Sars-Cov2, è molto importante anche per i più giovani, perché è ormai chiaro che, soprattutto con le varianti, questa fascia d'età è un importante serbatoio di infezione. Non potremo auspicare all'immunità di gregge se non saremo in grado di vaccinare nel più breve tempo possibile anche i bambini e i ragazzi», dice ancora Galli.
Secondo Galli è positiva l'approvazione da parte dell'Fda del vaccino Pfizer per i ragazzi dai 12 ai 15 anni il vaccino anti-Covid Pfizer. «Finalmente, una buona notizia che speriamo venga al più presto approvata anche da Ema». Galli si è anche espresso sulle incertezze che riguardano il vaccino anti-influenzale 2021-2022 per il quale il Ministero della Salute ha diramato, con 2 mesi di anticipo, una circolare. «Nella scorsa stagione, i casi di influenza, in entrambi gli emisferi, sono stati pochissimi così come abbiamo avuto poche malattie da raffreddamento e pochissimi altri virus delle prime vie respiratorie, tipici della stagione invernale. Per la prima volta c'è stato un buco nella storia epidemiologica dell'influenza e in questa fase non siamo ancora in grado di anticipare quale sarà l'evoluzione. La scommessa, quest'anno ancora di più, sta a capire che cosa circolerà e se circolerà l'anno prossimo. Siamo di fronte a un avvenimento epocale: la pandemia da coronavirus, con tutte le sue misure di contenimento e di protezione individuale hanno condizionato la circolazione di tutti i virus tipici della stagione invernale».
Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero