Roma, protesta dei bus turistici in Campidoglio: «Pentiti di aver votato M5S»

Roma, protesta dei bus turistici in Campidoglio: «Pentiti di aver votato M5S»
Una bara ai piedi dell'ingresso del Campidoglio come simbolo della morte delle imprese di trasporto su bus turistici. Gli operatori del settore, circa 200, si...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
159,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
79,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA
ANNUALE
79,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
159,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 6 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Una bara ai piedi dell'ingresso del Campidoglio come simbolo della morte delle imprese di trasporto su bus turistici. Gli operatori del settore, circa 200, si sono dati appuntamento in piazza del Campidoglio per ribadire il proprio 'nò al nuovo piano bus licenziato dalla giunta capitolina e in attesa dell'approvazione definitiva. Autisti e proprietari d'azienda si sono incatenati indossando maglie rosse con su scritto 'Licenziato per mano della sindaca Raggì e tenendo in mano cartelli con su scritto "M5s: ti ho votato e mi hai ucciso".

 

Accanto alla bara un grosso orso di peluche con su scritto 'Linda Meleo: sei un pupazzò. «Ho un'azienda di 24 dipendenti - ha spiegato Alessio Campoli, della Mma Autoservizi - e in attesa del primo luglio dovrò licenziarne cinque. Ho aperto questa azienda 4 anni fa e ho investito in questo settore perché esisteva un piano pullman in base al quale mi hanno rilasciato le licenze: ora dovrò licenziare i miei dipendenti e riorganizzare l'attività». «Chiedo scusa ai miei colleghi - ha aggiunto Luana Colangeli, della Velitour, 20 dipendenti - perché sono morta e dunque dovrò licenziare tutti. Ho votato i grillini e per questo chiedo scusa».  Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero