Vaccini, nel Lazio dosi ridotte: stop prenotazioni, gli hub chiudono prima

Quarantamila dosi in meno di vaccini rispetto a quelle attese dal Lazio ad aprile. E un quinto di persone che avevano diritto all’inoculazione e che a questo punto rischiano...

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Quarantamila dosi in meno di vaccini rispetto a quelle attese dal Lazio ad aprile. E un quinto di persone che avevano diritto all’inoculazione e che a questo punto rischiano di vedere spostato il loro appuntamento. Ieri la Regione ha scoperto che non arriveranno le 40mila fiale di Moderna, che la compagnia americana doveva consegnare questo mese e che erano previste già per questa settimana. Una situazione che spinge gli uffici di via Cristoforo Colombo a dover “rettificare” ancora una volta il proprio piano per la campagna di protezione della popolazione dal Covid: i nuovi hub (Tor Vergata, Cinecittà e quello all’outlet di Valmontone) non apriranno in notturna, mentre dopo quelle per i cittadini tra i 60 e i 61 anni di età - che sono partite questa notte - si fermeranno le prenotazioni per nuove le somministrazioni.

Vaccino a casa nel Lazio, come prenotare e quali persone possono riceverlo

Si vuole evitare di dare appuntamenti che potrebbero essere soltanto rinviati, creando più confusione tra la gente. «Dopo questa fase - spiegano dalla Regione - dobbiamo fare un punto sulle dosi a disposizione, fermarci per ragionare, anche perché è sempre più difficile garantire i ritmi, per quanto bassi rispetto alle nostre potenzialità, delle inoculazioni. Siamo più avanti rispetto ad altre regioni d’Italia, è vero, ma se non ci arrivano altre fiale, rischiamo davvero di interrompere le somministrazioni».

IL DEFICIT
Ieri la Regione Lazio ha toccato quasi quota 1.330.000 vaccinazioni, poco più di 22mila quelle effettuate ieri. Che saranno anche 5mila in più rispetto al giorno precedente, ma sono lontanissime dal tetto delle 60mila che la macchina (hub, medici base in attesa dei farmacisti) messa in campo dall’assessore alla Sanità, Alessio D’Amato, potrebbe effettuare ogni giorno. Sicuramente questi obiettivi non saranno raggiunti ad aprile: come detto Moderna non ha ancora confermato l’invio delle 40mila dose attese tra oggi e domani, di conseguenza bisognerà fare di necessità virtù. Cioè affidarsi a quello che è già in magazzino o è garantito dalle case farmaceutiche: parliamo di 150mila fiale da parte di Pfizer, 15mila in arrivo da Astrazeneca (che a inizio mese ha saltato la maxi fornitura da oltre 120mila pezzi) e altre 18mila da Johnson&Johnson. Le quali vanno considerate soltanto in parte, perché destinate per la maggior parte alla popolazione carceraria. Questi i numeri al momento, con il risultato che uno su cinque di quelli prenotati rischia di dover subire un rinvio.

Sì, perché guardando soltanto alle categorie prioritarie per il commissario Figliuolo, come gli over 80 (poco più di 400mila) al momento nel Lazio è stato vaccinato il 90 per cento, mentre il 60 per cento dei prenotati ha già ricevuto il richiamo. Soffermandoci sui 70enni, il 40 per cento di questa fascia d’età si è prenotato, parliamo di 200mila persone, delle quali, spiega la Regione, «il 47 per cento ha già ricevuto la prima dose e il 10 per cento anche la seconda». Le quasi 190mila dosi disponibili fino a fine mese potrebbero non essere sufficienti, se si volesse mantenere il trend registrato negli ultimi giorni, cioè tra le 22mila e le 25mila al giorno. Stando poi a un report della presidenza del Consiglio, il 45 per cento dei sanitari e 19 per cento degli ospiti della Rsa deve ricevere la seconda dose, mentre non sono ancora partiti i richiami per gli insegnanti. Nei giorni scorsi la Direzione sanitaria del Lazio aveva già apportato le prime modifiche al suo piano vaccinale: ai medici di base soltanto Pfizer, rinvio delle somministrazioni dai farmacisti, concentrazione di AstraZeneca negli Hub, fino alla decisione di garantire soprattutto i malati fragili (sono almeno 40mila) e quelli che devono essere vaccinati a casa, non dimenticando prime dosi e richiami per 80enni e 70enni.

Ieri sono arrivate altre misure per tamponare il gap di forniture: come detto, in primo luogo i nuovi hub voluti dall’assessore D’Amato (Cinecittà, Tor Vergata e Valmontone) lavoreranno soltanto dalle 8 del mattino alle 8 di sera e non h24 come quello di Fiumicino. Ma poi sempre la Regione ha deciso di fermare le prenotazione dopo che stanotte partirà la possibilità di prendere un appuntamento per chi ha tra i 60 e i 61 anni. Spiegano da via Cristoforo Colombo: «Abbiamo già un 1,2 milioni di inoculazioni fissate, a questo punto non possiamo garantirne altre. Anche perché entriamo nella fascia degli under 60, quelli per i quali l’Aifa ha consigliato di non utilizzare AstraZeneca».
 

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