Roma, il blitz a Fontana di Trevi sporca l'immagine della Capitale. Turisti contro gli eco-vandali: «Vergognatevi»

Carbone gettato nella vasca. Gualtieri: «Costretti a buttare 300mila litri d’acqua»

Ultima Generazione, liquido nero nella Fontana di Trevi: «Il nostro paese sta morendo». Insulti dei passanti e dei turisti
A coprire la loro protesta, ben prima che gli agenti della polizia locale si immergessero nella Fontana di Trevi per tirarli fuori dall’acqua, è arrivata la condanna...

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A coprire la loro protesta, ben prima che gli agenti della polizia locale si immergessero nella Fontana di Trevi per tirarli fuori dall’acqua, è arrivata la condanna - ferma e decisa - dei passanti e dei turisti. E sono stati i fischi e i rimproveri urlati dalla piazza - «vergognatevi» - a ribadire come quanto avvenuto ieri, in uno dei più noti monumenti della Capitale, sia un atto da condannare e non da supportare in nome della libertà di pensiero che, nell’esercizio a cui tutta la città e non solo è stata costretta ad assistere, non ha fatto altro se non offenderne il principio costituzionalmente garantito. «Se per protestare si reca danno ad un bene storico come questo - commentava ieri un commerciante di zona - siamo di fronte ad una vera involuzione». 

IL FATTO
Ma tanto è accaduto, di nuovo, dopo gli episodi che settimane fa videro come protagoniste altre storiche fontane della Capitale, ovvero la Barcaccia del Bernini di piazza di Spagna e la Fontana dei Quattro Fiumi di piazza Navona che si colorarono di nero pece. Non si fermano gli attivisti di “Ultima generazione” che ieri, nelle prime ore del pomeriggio, si sono immersi nell’opera progettata da Nicola Salvi sciogliendo nell’acqua del carbone vegetale. Ancora una volta, come fatto già a piazza di Spagna, dopo aver bloccato il traffico in più di un’occasione sul Grande Raccordo Anulare e dopo essersi calati pure con delle funi sulla Tangenziale Est, gli attivisti sono tornati all’attacco ma per loro stavolta non è più soltanto una questione di denunce. C’è il sentimento di una città con numerosi turisti che, assistendo allo “spettacolo” ne hanno condannato i modi. In nove sono stati rintracciati tra chi si era immerso e chi, dava manforte lungo i bordi del monumento. Saranno denunciati al netto delle loro giustificazioni che, ancora adesso, passano per le accuse ad un governo colpevole, a loro dire, di investire miliardi ogni anno nei combustibili fossili. 

LE REAZIONI
Un vero e proprio «atto di vandalismo», hanno convenuto tutte le forze politiche: dalla maggioranza all’opposizione passando per chi governa la Capitale. «Si può protestare, è legittimo, persino doveroso. Ma non con un metodo sbagliato, pericoloso e dannoso, che colpisce beni comuni preziosissimi come i nostri monumenti», commentava il sindaco Roberto Gualtieri recandosi ieri a Fontana di Trevi e lanciando un appello agli attivisti. Il loro agire «costringe tante persone, distraendole da altro lavoro, a venire qua, passare ore, sprecare acqua ed elettricità, sottoporre a stress i monumenti. È una cosa sbagliata. Si rischia - ha aggiunto Gualtieri - di danneggiare i monumenti e si costringono le pubbliche amministrazioni a interventi di ripristino costosi, con molto spreco d’acqua. È del tutto controproducente rispetto alla battaglia. Se poi per ripristinare si danneggia l’ambiente dal punto di vista comunicativo c’è una evidente contraddizione». Ferma condanna anche dall’assessore allo Sviluppo economico Monica Lucarelli: «Non è deturpando i monumenti che si salverà il pianeta». Grazie al tempestivo intervento dei vigili urbani, gli attivisti (alcuni dei quali coinvolti già nelle precedenti proteste) hanno potuto versare nell’acqua solo due recipienti di carbone ma il danno, in termini di costi e tempo per ripristinare la normalità, è stato comunque esoso. 

I COSTI


Perché la Fontana di Trevi è stata naturalmente svuotata e così si sono persi «Trecentomila litri di acqua - concludeva il sindaco - Gli interventi di ripristino sono sempre costosi e hanno un impatto ambientale significativo». Tecnicamente, una volta svuotata la Fontana è stata ripulita con una tecnica a bassa pressione per non incidere sul monumento e poi nuovamente riempita. Le operazioni sono andate avanti fino a tarda sera. «È un rituale stanco, ci costituiremo parte civile anche in questo processo - il commento del ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano - sono sicuro che il Parlamento vorrà presto varare il provvedimento che farà pagare a costoro gli ingenti costi che ogni volta la collettività sostiene». Fortunatamente la Fontana non ha riportato, al momento, danni e questo anche grazie al fatto che il carbone si è depositato su uno strato impermeabilizzato della Fontana e direttamente sul marmo. Tuttavia dovranno essere compiute analisi e rilievi. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero