Roma, Raggi accende Spelacchio e parla con l'albero di Natale: folla a piazza Venezia

Folla a piazza Venezia per l'accensione dell'albero di Natale di Roma. La sindaca Raggi ha inaugurato quello che ormai chiamano tutti Spelacchio in ricordo dell'albero...

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Folla a piazza Venezia per l'accensione dell'albero di Natale di Roma. La sindaca Raggi ha inaugurato quello che ormai chiamano tutti Spelacchio in ricordo dell'albero poco fortunato di due anni fa. Contemporaneamente sono state accese anche le luminarie in via del Corso. Prima dell'accensione, sotto l'abete si è esibita la scuola di canto corale del teatro dell'Opera di Roma. Resterà acceso 24 ore al giorno fino al 6 gennaio.

 

«Auguri di un sereno Natale. Finalmente, come ogni 8 dicembre, siamo qui per accendere 'Spelacchio' l'albero più famoso e simpatico del mondo. Spelacchio ci accompagna anche quest'anno e per la prima volta i bambini potranno portare una letterina in un ufficio postale molto particolare», ovvero una casetta posizionata ai piedi dell'abete. Così la sindaca di Roma, Virginia Raggi, dal palco di piazza Venezia, si è rivolta alla folla raccolta davanti all'albero. Poco prima si era levato qualche fischio per il protrarsi dell'esibizione della scuola del Coro del Teatro dell'Opera e per l'impazienza di vedere illuminato l'albero. Pochi fischi sostituiti da un boato di applausi una volta presa la parola dalla sindaca che subito dopo l'accensione ha intavolato un surreale dialogo con Spelacchio. Eccolo: 

Spelacchio: «Dadaaan, ciao a tutti, che bello rivedervi, quanto mi siete mancati!»
Raggi: «Spelacchio! Di nuovo qui, che bello! Sei in formissima, ma hai qualcoasa di diverso. Hai dato una spuntatina alle foglie?»
S: «Qualcosa di diverso c'è ma non penso c'entri con il mio giardiniere. Quest'anno è stato un anno di svolta, ho viaggiato tanto: Sudamerica, Tibet, India».
R: «Sei stato lontano tanto tempo, dove sei stato?»
S: «Beh, sai Virginia... Posso chiamarti Virginia, vero?»
R: «Certo, è il mio nome...»
S: «Mi sono preso un anno lontano dalle luci della ribalta... sai... per la fotosintesi...»
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Il Messaggero