Roma, ragazza di 22 anni muore travolta da un pullman in Corso Vittorio

Hanno provato a rianimarla in attesa che arrivasse l’autoambulanza. Perdeva sangue dal volto, un passante ha tentato anche un massaggio cardiaco. La gente intorno che...

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Hanno provato a rianimarla in attesa che arrivasse l’autoambulanza. Perdeva sangue dal volto, un passante ha tentato anche un massaggio cardiaco. La gente intorno che urlava. È morta falciata da un pullman turistico, Caterina Pangrazi, romana di 22 anni mentre tentava di attraversare la strada a corso Vittorio Emanuele II, proprio all’incrocio con via della Chiesa Nuova. Giusto un passo, tanto aveva compiuto la ragazza poco dopo le 19 di ieri sera, che un torpedone della società “Roma Bus”, con a bordo una comitiva di turisti giapponesi, l’ha colpita in pieno. Proprio sopra le strisce pedonali scolorite dall’incuria. Non era al centro della strada, Caterina, ma ad appena pochi centimetri dal marciapiede. Momenti drammatici prima che sul posto arrivasse il 118, gli agenti della polizia locale del I gruppo Trevi e i carabinieri della stazione piazza Venezia.



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«Ho sentito un botto, stavo preparando delle focacce – racconta Walid, sull’uscio della pizzeria che guarda l’attraversamento – mi sono affacciato e ho visto questa ragazza in terra che perdeva sangue dal volto, dalla bocca e dall’orecchio, respirava ancora; qualcuno ha provato anche a rianimarla». Poi il suo cuore ha smesso di battere. 



 
I GENITORI
I familiari, il papà, la sorella minore e molti amici e parenti sono dilaniati dal dolore e dall’incredulità. Straziante il momento in cui sul luogo dell’incidente, mentre il corpo di Caterina è avvolto da un lenzuolo bianco, arriva il fidanzato Matteo: «Ti rendi conto – urla tra le lacrime che gli offuscano la vista – me l’hanno uccisa sulle strisce pedonali, mentre stava solo attraversando!». Chi lo abbraccia gli risponde: «Devi essere forte, devi essere un uomo». Il papà con le mani sul volto prova a confortare le amiche e la sorella, l’altra figlia più piccola. Tra le lacrime, a poco a poco monta la rabbia. «Non si può morire così, non è giusto», sbottano molte ex compagne di scuola e di università mentre, abbracciandosi tra di loro, provano ad allontanare il dolore e lo choc. Sull’asfalto la giovane è sdraiata supina. 

I pantaloncini corti e le scarpe di corda ancora saldamente legate ai piedi che si intravedono appena da quel lenzuolo bianco che la copre. Era uno dei tanti pomeriggi d’estate, quello di Caterina. Capelli biondi e occhi chiari, la passione per l’AS Roma e un viaggio che stava per arrivare al termine del ciclo di esami universitari. Dopo il diploma al liceo classico Visconti aveva scelto di iscriversi alla facoltà di Giurisprudenza. «Una ragazza solare e piena di vita», racconta un’amica di famiglia e mamma di una sua ex compagna di liceo. Ora si dovrà chiarire con esattezza la dinamica dell’incidente. 

LA DINAMICA
L’autista del pullman, Francesco, che si è fermato per i primi soccorsi, racconta: «Stavo percorrendo la strada, dovevo lasciare un gruppo di turisti a cena e mi sono accostato proprio all’altezza del semaforo. Per i pedoni era rosso, non lo so cosa è successo, ho solo sentito un botto». Come mai però un pullman non di linea, ma turistico, percorreva la corsia preferenziale riservata ai mezzi pubblici di Roma Capitale? E come mai si è accostato al marciapiede nell’intento di far scendere delle persone in un tratto che non prevede stalli di sosta anche breve? Alcuni testimoni sono stati già ascoltati e verranno sentiti di nuovo nei prossimi giorni. Si dovranno passare al vaglio anche le immagini riprese da alcune videocamere di sorveglianza. 

«UN TRATTO PERICOLOSO»
Di certo, a sentire i passanti e i tanti residenti di zona accorsi in strada, quel tratto è maledetto. «Abito qui da trent’anni – spiega ancora la signora, amica della famiglia Pangrazi – e non sa quanti incidenti di questo tipo ci sono stati proprio in questo punto esatto». Eppure non è cambiato mai nulla. Anzi, gli stessi attraversamenti pedonali sono stati mangiati via dal tempo. 

Mentre il corpo di Caterina, è in attesa del pm di turno per essere rimosso dalla strada, i passanti scuotono la testa: «Questi pullman turistici che creano ingorghi, traffico e anche morti devono restare fuori dal Centro, ma il Comune non l’aveva promesso?». Già, proprio così. Il Campidoglio dalle parole è passato ai fatti, approvando il nuovo Regolamento per la categoria che prevede l’interdizione dell’intero centro storico ai torpedoni turistici. Peccato però che il provvedimento non è ancora entrato in vigore: licenziato dall’Assemblea capitolina lo scorso maggio sarà (forse) effettivo a partire dal primo gennaio 2019. «Se fossero stati davvero interdetti – concludono i cittadini – questo dramma si poteva evitare». 




 

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Il Messaggero