Roma, doppio lavoro grazie al part-time: il Campidoglio stringe sui "furbetti"

Roma, doppio lavoro grazie al part-time: il Campidoglio stringe sui "furbetti"
ROMA Impiegati dell'Anagrafe che dopo la pausa pranzo, via la giacca da travet, si trasformano in commessi dei negozi; architetti e geometri che mollano la scrivania in...

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ROMA Impiegati dell'Anagrafe che dopo la pausa pranzo, via la giacca da travet, si trasformano in commessi dei negozi; architetti e geometri che mollano la scrivania in Comune per passare il pomeriggio negli studi privati (ben più remunerativi); vigili urbani che sfilata anzitempo la divisa diventano addetti della sicurezza. E a fine mese doppio stipendio. Ora però il Campidoglio dice basta. Basta contratti part-time distribuiti a chiunque ne faccia richiesta, pratica finora assai diffusa, intorno al Marc'Aurelio, senza che venisse considerato chi ne avesse effettivamente bisogno, magari perché alle prese con un bimbo piccolo, e chi invece ha sfruttato la speciale licenza per rimpinguare il portafogli col doppio lavoro, rinunciando a un pezzetto di salario pubblico (ma tenendosi ben stretto il posto fisso...) per sommarcene un altro, privato, più sostanzioso.


IL DOSSIER
È sufficiente dare un'occhiata ai dossier interni sul personale per capire che il fenomeno, al Comune di Roma, ha strabordato: quasi 2mila dipendenti capitolini lavorano con il part-time. Praticamente un comunale su 10. Molti più di quanti ne abbiano bisogno per ragioni obiettive, col rischio che venga tradita proprio la filosofia di questa misura, che obbliga il datore di lavoro così dice la legge - a concedere l'orario ridotto solo ad alcune categorie che lo richiedono: chi ha figli piccoli, al posto del congedo parentale; chi è affetto da una grave malattia; chi è «inserito in un percorso di protezione relativo alla violenza di genere».

Solo una piccola quota dell'esercito dei 2mila beneficiari di Roma. Il grosso dei quali, si scopre, sfrutta l'orario corto per fare altro, spesso per allargare le proprie entrate. Con la garanzia, però, di conservare il contratto a tempo indeterminato in una delle più grandi amministrazioni pubbliche d'Italia. Senza contare che ai lavoratori col part time basta restare in ufficio poco più della metà delle giornate lavorative, durante la settimana, per godere integralmente di alcuni permessi, come quelli della legge 104, per chi assiste un parente disabile, congedi diffusissimi al Comune di Roma: in 6mila su 24mila hanno la licenza in tasca - un lavoratore su quattro - mentre nel settore privato la media è del 3%.

LA DIRETTIVA
Il dossier del doppio lavoro è già sulla scrivania della sindaca Virginia Raggi, che ha affidato la pratica al neo-assessore al Personale, Antonio De Santis. «Chi ha la fortuna di avere un posto stabile in Comune ragiona De Santis - deve lavorare a tempo pieno per l'amministrazione, dove abbiamo la necessità di sfruttare al meglio tutte le competenze. Ovviamente vogliamo garantire tutti i part time tutelati dalla legge, ma serve rispetto per chi lavora a tempo pieno e con dedizione, per questo occorre porre fine a eventuali abusi. Per rilanciare la pubblica amministrazione serve anche un cambio di approccio culturale».
Lo stop agli orari facili passerà da una circolare che sarà spedita a tutti gli uffici la prossima settimana. Chi chiederà il part-time, d'ora in poi, dovrà dimostrare di avere i requisiti previsti dalla legge. Altrimenti, se vorrà conservare l'impiego pubblico, dovrà lavorare a pieno regime per il Campidoglio, senza extra staccando in anticipo.

I CERTIFICATI

Restare in ufficio da inizio turno al trillo della campanella vedi l'arrembaggio verso l'uscita di Fantozzi contro tutti - non è sempre garanzia di produttività, ovviamente. La lista dei sotterfugi, pur restando fisicamente al proprio posto, è lunga, così come l'aneddotica. Tra i vigili romani, per esempio, uno su 7 ha un certificato che attesta l'«inidoneità» alle mansioni più faticose. Con motivazioni a volte chiaramente legittime, altre volte, come dire, stravaganti: c'è chi per non andare a dirigere il traffico si è fatto prescrivere dal medico l'«obbligo di poggiapiedi», chi deve «fare una pausa ogni 10 minuti», chi lamenta «stress psico-fisico» e quindi non può essere a «contatto con il pubblico» - vedi gli automobilisti inferociti nel traffico chi addirittura ha dichiarato un'«allergia alla divisa». Totale: 756 agenti su circa 5.600 schivano i turni più seccanti, come quelli in mezzo a un incrocio o a dare la caccia agli abusivi che smerciano paccottiglie nel centro storico. Anche su questo, dopo la denuncia del Messaggero dello scorso giugno, il Campidoglio pensa di intervenire, attraverso nuove visite mediche, col proposito di spedire i vigili non più adatti alla Municipale nei normali uffici impiegatizi, a passare gli atti col timbro o a macinare pratiche. E senza part-time.

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Il Messaggero