Incendio Tmb Salario, si rischia un Natale in emergenza rifiuti

Il Tmb del Salario andato a fuoco questa notte era da tempo al centro di polemiche perché considerato superato e quindi da chiudere così come quello di Rocca...

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Il Tmb del Salario andato a fuoco questa notte era da tempo al centro di polemiche perché considerato superato e quindi da chiudere così come quello di Rocca Cencia. Eppure è fondamentale per il sistema rifiuti della Capitale poiché l'impianto dell'Ama lavorava ogni giorno 500 tonnellate di rifiuti indifferenziati prodotti a Roma. Ora la città si troverà in grande difficoltà perché dovrà trovare soluzioni alternative e non è semplice visto che si sta parlando di un quantitativo molto grande. Si rischia un Natale in emergenza rifiuti.

 
Roma rischia di trovarsi con montagne di spazzatura per strada (molto più alte di quelle che già si formano normalmente).

Per comprendere quanto fosse importante questo Tmb, insieme a quello di Rocca Cencia, bisogna tenere conto che tutti i rifiuti indifferenziati prodotti a Roma (circa 3.200 tonnellate al giorno) devono essere trattati prima di finire negli inceneritori e nelle discariche. In parte questa operazione viene eseguita nei due Tmb di Malagrotta di Colari, in piccola parte in impianti di altre province, ma almeno 1.000-1.200 tonnellate ogni giorno finivano in via Salaria e a Rocca Cencia.

I cittadini dei quartieri vicini ai due Tmb protestano da anni contro i miasmi prodotti. In via Salaria ci sono state imponenti manifestazioni e c'è anche un'inchiesta della procura in corso. 
 
L'impianto sulla Salaria era stato inaugurato nel 2010 e secondo le promesse della giunta Raggi doveva essere chiuso entro la fine del 2019. Poiché però non sono state trovate soluzioni alternative, difficilmente quella promessa sarebbe stata mantenuta. In sintesi: da oggi Roma non sa dove portare 500 tonnellate di rifiuti. Il commissario Luigi Palumbo che gestisce gli impianti di Malagrotta ha dato la disponibilità a lavorare 100 tonnellate in più al giorno dal lunedì al venerdì ma restano 400 tonnellate che potrebbero restare sui marciapiedi in una città dove questo avviene già quotidianamente. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero