OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
- oppure -
Sottoscrivi l'abbonamento pagando con Google
OFFERTA SPECIALE
Leggi l'articolo e tutto il sito ilmessaggero.it
1 Anno a 9,99€ 89,99€
oppure
1€ al mese per 6 mesi
L'abbonamento include:
- Accesso illimitato agli articoli su sito e app
- La newsletter del Buongiorno delle 7:30
- La newsletter Ore18 per gli aggiornamenti della giornata
- I podcast delle nostre firme
- Approfondimenti e aggiornamenti live
Anche la Cgil finisce nel mirino della rabbia del popolo no green pass. La sede del più antico sindacato del Paese è stata presa d'assalto da un gruppo di manifestanti che si è staccato del corteo non autorizzato e ha puntato diretto verso l'edificio di Corso Italia, guidato dagli esponenti di Forza Nuova. I manifestanti sono riusciti a forzare l'ingresso entrando all'interno dell'edificio al grido «libertà, libertà». Un'azione violenta, che ha riportato subito alla mente gli anni dello squadrismo nero e contro la quale si è alzata unanime la condanna della politica e di tutte le cariche istituzionali, dal capo dello Stato Sergio Mattarella al presidente del consiglio Mario Draghi. La Cgil non si lascia intimidire: promette «Resisteremo» e convoca d'urgenza l'assemblea generale.
La sede della Cgil di corso Italia è stata raggiunta nel tardo pomeriggio dai manifestanti del corteo No Green Pass che, usando i bastoni delle bandiere, si sono assembrati davanti all'ingresso a vetri e sono riusciti a sfondare le porte della sede. Alcuni agenti di polizia presenti davanti all'ingresso non sono riusciti a fermare la furia dei manifestanti e a respingere l'azione.
«Stiamo aspettando Landini», «giù le mani dal lavoro» e «venduti», alcune delle urla dal megafono che hanno accompagnato l'assalto. Una volta entrati, il grido dei manifestanti all'esterno dell'edificio: «libertà, libertà, libertà». Il corteo non autorizzato, guidato dal leader di Forza Nuova Roberto Fiore e da Giuliano Castellino, era passato attraverso Villa Borghese, sfondando in largo Brasile un cordone di Polizia e Guardia di Finanza con alcuni tafferugli. Il corteo ha assediato il palazzo della Cgil facendo anche dei danni, con tapparelle divelte, portoni aperti e la sirena ininterrotta dell'allarme.
Un'azione testimoniata da molti video circolati sui social, nei quali si vedono i manifestanti che dopo esser entrati buttano a terra alcuni oggetti presenti all'ingresso (mentre qualcuno però dice: «Non rompete ragazzi, non rompete») e poi commentano il successo dell'azione: «Ragazzi, siamo nella Cgil».
Sulla vicenda interviene anche il leader del sindacato, Maurizio Landini, che stigmatizza l'assalto come un «atto di squadrismo fascista. Un attacco alla democrazia e a tutto il mondo del lavoro che intendiamo respingere». «Nessuno pensi di far tornare il nostro Paese al ventennio fascista», dice Landini, che per domani mattina, davanti la sede, convoca d'urgenza l'assemblea generale della Confederazione «per decidere tutte le iniziative necessarie». Alla Cgil arriva la solidarietà di tutta la politica. A Landini telefonano personalmente il presidente della Repubblica Mattarella e il presidente del consiglio Draghi.
«I sindacati sono un presidio fondamentale di democrazia e dei diritti dei lavoratori. Qualsiasi intimidazione nei loro confronti è inaccettabile e da respingere con assoluta fermezza», afferma il premier in una nota di Palazzo Chigi. Solidarietà e condanna della violenza accomunano tutti i commenti della politica: il presidente della Camera Fico parla di «manifestazioni squadriste» «inaccettabili» e da condannare «con forza»; uno «squadrismo inaccettabile» anche per il ministro Speranza; il titolare degli Esteri Di Maio stigmatizza il «vile attacco» e la «violenza inaudita»; il ministro D'Incà assicura «non ci faremo intimidire». Solidarietà alla Cgil anche dagli altri sindacati: «Occorre respingere uniti questo clima di odio e di intimidazione contro il sindacato che nulla ha a che fare con la democrazia», avverte il leader della Cisl Luigi Sbarra. Domani intanto in Emilia-Romagna le sedi provinciali della Cgil saranno aperte e presidiate dagli iscritti.
Il Messaggero