Covid Lazio, picco di contagi: nuove zone rosse. Mini-lockdown e ipotesi mascherine all'aperto

Covid Lazio, picco di contagi: nuove zone rosse
Interventi «chirurgici», zone rosse anche in pochi palazzi, dove si concentrano i casi Covid. E la possibilità di rendere obbligatorie le mascherine...

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Interventi «chirurgici», zone rosse anche in pochi palazzi, dove si concentrano i casi Covid. E la possibilità di rendere obbligatorie le mascherine all’aperto, come è avvenuto a Parigi, se la curva dei contagi dovesse continuare a salire. «Ci aspettavamo una ripresa dei casi, purtroppo ci sono tanti asintomatici in circolazione», racconta Alessio D’Amato, l’assessore alla Sanità del Lazio, al termine di una giornata che ha innalzato il livello di guardia nella regione: 238 casi, mai così tanti, 141 solo a Roma. Alla Pisana non vogliono creare allarmismi, ma sottotraccia si lavora a una strategia di contenimento del virus, se la situazione dovesse ulteriormente aggravarsi.


Covid Lazio, il bollettino di oggi 22 settembre: 238 nuovi casi, dato più alto di sempre. A Roma 141 contagi

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LE CHIUSURE

 L’idea è quella di istituire nuove zone rosse. La prima potrebbe interessare il Sud Pontino, nell’area del mercato ittico diventato un cluster, con decine di contagiati. Ma è uno schema che si può applicare anche in città, in aree molto ristrette: condomìni, gruppi di palazzi. «Abbiamo sperimentato diversi modelli dall’inizio del lockdown - riprende l’assessore D’Amato - per esempio nel comune di Nerola o a Fondi, oppure in alcuni stabili a Roma, come l’ex Selam Palace». L’altra misura su cui ragionano gli esperti del Sistema sanitario regionale è l’obbligo di mascherina all’aperto. Non solo in caso di assembramenti, come avviene oggi. «È una misura classica, - spiega D’Amato - è già stata messa in atto in altre capitali europee quando sono aumentati i casi in modo esponenziale, penso per esempio a Parigi».



 

LE MASCHERINE

Già dalla fine di agosto, nell’Île-de-France è entrato in vigore l’obbligo di indossare sempre la mascherina nei luoghi pubblici, unica eccezione per chi mangia, fuma, fa jogging o va in bicicletta. A Roma la situazione non è così preoccupante, ma è una carta che la Pisana è pronta a giocare, nel caso in cui il bollettino quotidiano dei malati dovesse appesantirsi ancora di più, nelle prossime settimane. Alla Regione studiano con attenzione anche le mosse del governo sulla riapertura degli stadi al pubblico. Dopo la fuga in avanti di alcune regioni, Emilia, Veneto e Lombardia, è stato autorizzato l’accesso di mille tifosi negli impianti all’aperto in tutta Italia. Più in là sarà indicata la quota di spettatori ammessa in ciascuna struttura, in base alla capienza. Il Lazio è contrario: «Non è questa la priorità - è convinto l’assessore D’Amato - si rischia di mandare un messaggio sbagliato in un momento in cui i casi aumentano e bisogna concentrarsi sulla ripresa delle lezioni in scuole e università». Anche i ricoveri in ospedale sono in crescita: ieri erano 482 i malati curati nei reparti Covid, un mese fa erano la metà. Gli ospedali hanno già iniziato a rafforzare i posti letto. «La soglia critica è molto lontana, per fortuna - conclude l’assessore alla Sanità - ma dobbiamo farci trovare pronti».

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Il Messaggero