Rimini, stupro in spiaggia: i tre minorenni condannati a 9 anni e 8 mesi. Le vittime: «Viviamo nella paura»

Sono stati condannati a 9 anni e 8 mesi di carcere i tre ragazzi minorenni accusati di violenza sessuale e di lesioni commesse lo scorso 26 agosto, a Rimini, ai danni di una...

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Sono stati condannati a 9 anni e 8 mesi di carcere i tre ragazzi minorenni accusati di violenza sessuale e di lesioni commesse lo scorso 26 agosto, a Rimini, ai danni di una coppia di giovani turisti polacchi e di una transessuale peruviana. Otto i capi di imputazione per i quali i tre ragazzi sono stati ritenuti colpevoli dal giudice Luigi Martello: due per lesioni, tre per rapina e tre per violenza sessualeNove anni e otto mesi «sono troppi». Ne è convinto l'avvocato Alessandro Gazzea, il difensore del nigeriano 16enne, uno dei tre minorenni condannati per gli stupri di Rimini dal gup del tribunale per i minorenni di Bologna.


«Faremo appello, quantomeno sulla questione delle aggravanti sulla violenza e sulla minorata difesa», ha detto uscendo dal palazzo di giustizia minorile. Secondo il difensore, infatti, il giudice «ha considerato una serie di circostanze aggravanti che dovevano essere elise. I fatti sono quelli che conosciamo, ma il giudice li ha voluti ritenere una pluralità di violenze. La medesima violenza è invece stata conteggiata più volte».

Farà appello anche l'avvocato Marco Defendini, difensore dei due fratelli marocchini, che diversamente dal collega è invece soddisfatto dall'entità della pena. «Leggeremo le motivazioni. Credo - ha detto - che sarà difficile ottenere un risultato migliore».

Una paura senza fine. È questo il senso di una lettera che i due polacchi, vittime degli stupratori di Rimini, hanno inviato al tribunale dei minori. «Mi capita di avere incubi notturni e attacchi di panico. Non so se passerà mai la paura e il senso di vergogna che mi accompagnano», dice la ragazza. «Ho paura del buio, della spiaggia, del mare, della gente che parla una lingua straniera», scrive il fidanzato. Lo riferisce l'avvocato Maurizio Ghinelli, che li assiste e ha depositato i testi tradotti.

Il difensore dei due polacchi non era presente in udienza, perché nel processo minorile non è possibile costituirsi parte civile, ma ha depositato giorni fa una memoria scritta, allegando le lettere dei suoi due assistiti, con «traduzione giurata, asseverata dal consolato». I due ricostruiscono gli enormi danni fisici e psichici subiti dopo le violenze nella spiaggia di Miramare, che proseguono anche una volta tornati in patria. «Ho problemi di concentrazione, insonnia e difficoltà nello studio», ha scritto la ragazza, che per le lesioni subite rischia il distacco di una retina e ha una serie di altri disagi fisici molto seri. «La vicenda ha influito negativamente sulla mia psiche, gli eventi mi tornano in mente quotidianamente», ha detto lui. «Prima dell'accaduto mi ritenevo una persona tollerante, ora sono diffidente e timoroso. Ho perso l'autostima e mi capitano pensieri con intenzione suicida», ha aggiunto. Il ragazzo, laureato in Medicina, non ha potuto partecipare ad un concorso per le conseguenze psicologiche di quanto successo in estate.


«L'entità della pena mi sembra adeguata e severa, la condanna consistente. Nessuno può dire che la giustizia italiana sia stata superficiale o leggera in questa vicenda». L'avvocato Maurizio Ghinelli, difensore dei due turisti polacchi vittime a fine agosto del gruppo di giovani stupratori di Rimini, si ritiene soddisfatto per la sentenza del gup del tribunale per i minorenni di Bologna. Nel commentare la sentenza, il legale sottolinea che bisogna considerare la riduzione prevista dal rito abbreviato e dal giudizio minorile. Sedici anni erano già stati inflitti a Rimini all'unico maggiorenne, il congolese Guerlin Butungu.
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Il Messaggero