Rieti, al Meeting di Greccio i giovani incontrano Don Ciotti

Don Ciotti
RIETI - Fosse un hastag sarebbe #datevi una svegliata: invece è il messaggio appassionato e provocatorio che arriva dai primi due ospiti del Meeting dei Giovani in corso da...

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RIETI - Fosse un hastag sarebbe #datevi una svegliata: invece è il messaggio appassionato e provocatorio che arriva dai primi due ospiti del Meeting dei Giovani in corso da ieri a Greccio, la scrittrice sarda Michela Murgia e il vescovo di Perugia, Paolo Giulietti. Tra i due, paradossalmente, il più sferzante è proprio don Paolo: «A una madre che si dice preoccupata del figlio che a 30 anni non lavora, io chiedo: a che ora si sveglia tuo figlio la mattina? Non si può aspettare il posto sicuro per mettersi in gioco: bisogna buttarsi nella vita. C’è il volontariato, l’oratorio, il paese, la missione. E ci sono le competenze, le passioni personali, le esperienze: mi cadono le braccia quando un giovane che cerca lavoro a domanda risponde «qualsiasi cosa». No, voi dovete rispondere: io so fare questo e questo voglio fare».


Nella sala conferenze dell’Oasi Gesù Bambino di Greccio - tutta esaurita, come da una settimana lo erano i 150 posti disponibili per partecipare al Meeting - non vola una mosca. La Murgia sembra volare più alto: cita San Paolo che diceva «esaminate tutto, tenete il buono», per dire «che non si diventa adulti quando si trova un lavoro o ci si sposa ma quando, anche a quindici anni, si arriva a capo del proprio discernimento personale e si è in grado di scegliere cosa tenere e di cosa liberarsi». Ma poi anche lei plana su una realtà che ci è molto familiare: «In Sardegna, l’anno scorso sono emigrati 7mila giovani: è come se un paese intero avesse chiuso. E’ una resa, a cui sembrano invitarci gli adulti per primi quando ci dicono: se volete un futuro dovete andare via di qua. Non ci mancano gli strumenti, ci manca proprio la visione, la prospettiva. E’ come se ci stessero dando la buccia di una mela già sfruttata».

Partono le domande dalla platea, sollecitate dai due animatori del Meeting, Francesco e Chiara. «Ci hanno scelti per il nostro nome», dicono all’inizio per rompere il ghiaccio. Ma non dove essere stato solo per quello: il passo è veloce, la parola d’ordine è «connessione», le domande si raccolgono anche via what’s up e l’incontro si può seguire in streaming anche dall’altro capo del mondo. O di Rieti. Il vescovo Pompili è in platea come tutti, e con lui altri sacerdoti. «Non stiamo a un convegno, dobbiamo interagire», ripetono Francesco e Chiara. Nella giornata di apertura il tema era quello della cultura dello spreco e dello scarto: si comincia con gli interventi della Murgia e di don Giulietti e dopo cena musica con don Francesco Fiorillo.

IL PROGRAMMA DI OGGI
Oggi sarà il gran giorno di don Luigi Ciotti, presidente di Libera, e della giornalista di Repubblica Federica Angeli, che per i suoi reportage sulla mafia a Ostia vive da anni sotto scorta: il tema di riflessione è il dispendio di sé e l’impegno. A mezzogiorno la messa del vescovo Pompili al Santuario del presepe e il pomeriggio confronto aperto tra i partecipanti. Spazio anche per la rappresentazione storica del presepe, a cura della Pro loco, e dopo cena la preghiera di Taizé e la musica di Cristian Bianchetti. Domattina, dalle 10, si aspetta la conduttrice televisiva Licia Colò e il teologo Simone Morandini per riflettere sulla Terra, casa comune, e la sua cura. Poi spazio alla condivisione e dopo pranzo il meeting si scioglie. La pagina facebook del Meeting è carica da giorni di testimonianze e post: MeWe vuole essere più di un logo ma un progetto, un obiettivo l’invito della chiesa reatina ai suoi giovani a uscire dalle secche dell’io per avventurarsi nel «noi».


Monsignor Giulietti, nel suo intervento, incalza la platea: «Volete che le cose cambino, a cominciare dalla vostra parrocchia? Fatevi avanti, impegnatevi. Ma sappiate che il cambiamento implica la fatica. La vita è fatica e se c’è un mea culpa che forse gli adulti dovrebbero fare verso i giovani non è sul consumo delle risorse ma sulle mancanze educative. Non vi abbiamo educati abbastanza ad affrontare le difficoltà, non vi abbiamo voluti abbastanza coraggiosi. Ma questo serve se volete incidere, cambiare le cose, trovare il vostro posto nel mondo. Gli adulti, per definizione, dovrebbero essere il freno, voi il motore». A Greccio la macchina è in moto. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero