Roma, giovane lesbica rifiutata al colloquio di lavoro: «A noi servono donne, non maschi mancati»

Roma, giovane lesbica rifiutata al colloquio di lavoro: «A noi servono donne, non maschi mancati»
Ha risposto ad un annuncio di lavoro per uno stand di tiro al bersaglio presente alla manifestazione "Lungotevere in Festa 2018", ma dopo una breve conversazione via...

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Ha risposto ad un annuncio di lavoro per uno stand di tiro al bersaglio presente alla manifestazione "Lungotevere in Festa 2018", ma dopo una breve conversazione via chat si è vista negare il colloquio. Motivo? «A noi servono donne, non maschi mancati - le hanno risposto dopo aver visto il suo profilo- Ti presenti come donna, ma hai l’aspetto da maschio».


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L'ennesima storia di discriminazione ha per protagonista Valentina, giovane omosessuale romana, che di fronte a quell'incredibile risposta ha provato a difendersi:
«Pensavo servissero persone educate e gentili, ben disposte verso il cliente, non sapevo che si dovesse fare una sfilata di moda». La replica è stata ancora peggio: «Non sono io che comunico male - le hanno scritto - Sei te che vuoi prendere da entrambe le parti e non hai capito cosa vuoi essere. Prima capisci qualcosa a proposito della tua identità, poi ti potrai proporre per lavori in cui si cercano RAGAZZE».



Le amiche della ragazza si sono rivolte al numero verde Gay Help Line 800 713 713 ed al sito di Spyit .
«Riteniamo molto grave quanto è avvenuto - dichiara Fabrizio Marrazzo - Portavoce di Gay Center e Responsabile del numero verde Gay Help Line 800 713 713 - non si possono discriminare le assunzioni di dipendenti in base all'orientamento sessuale, come da art. 3 a del Decreto Legislativo n. 216 del 9 luglio 2003. Pertanto chiediamo alla Sindaca Raggi di revocare la licenza dello stand presente nella manifestazione Lungotevere in festa 2018. Inoltre, facciamo appello a tutte le istituzioni, al fine che attivino politiche contro le discriminazioni sul lavoro, perchè come dimostra questo caso spesso le persone lesbiche, gay e trans, non riescono neanche ad accedere al mondo del lavoro». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero