Rai, ok Vigilanza a mozione Lega. Foa verso la presidenza

Rai, ok Vigilanza a mozione Lega. Foa verso la presidenza
Via libera tra le polemiche in commissione di Vigilanza alla risoluzione che apre la strada all'elezione di Marcello Foa alla presidenza della Rai. La bicamerale, tra...

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Via libera tra le polemiche in commissione di Vigilanza alla risoluzione che apre la strada all'elezione di Marcello Foa alla presidenza della Rai. La bicamerale, tra l'ostruzionismo dell'opposizione, ha approvato il provvedimento che invita il cda a indicare un nome tra i propri componenti, senza alcuna limitazione. Una formulazione messa a punto dalla Lega, subito avallata dal Movimento 5 Stelle e ora leggermente modificata dopo il sì ad alcuni emendamenti.


A partire da quello di Forza Italia che chiede l'audizione del futuro presidente in Vigilanza, prima della votazione della bicamerale. Una mossa che consentirà agli azzurri, che non a caso si sono astenuti oggi, di esprimersi solo dopo aver ascoltato le delucidazioni che Foa darà sul proprio mandato e respingere così le accuse di essersi piegati alle decisioni di Matteo Salvini. Il leader della Lega domani vedrà Silvio Berlusconi e Giorgia Meloni a Palazzo Grazioli con la trattativa sui vertici della tv pubblica presumibilmente ormai archiviata. Il cda dovrebbe essere convocato per venerdì alle 10 e l'iter, con l'audizione e la successiva votazione della Vigilanza, dovrebbe chiudersi martedì o mercoledì.

Oltre alla modifica richiesta da Forza Italia è stato approvato un emendamento di Fratelli d'Italia, con un richiamo ai pareri favorevoli alla ricandidatura di Foa depositati dalla Lega, e due di LeU: uno che impegna il cda a procedere «senza indugio», un altro a votare entro il 26 settembre. «Valutiamo la figura di Marcello Foa come libera e di stimato professionista e siamo certi lavorerà per un pluralismo dell'informazione di qualità», afferma Massimiliano Capitanio della Lega, relatore del provvedimento.

Il Pd, che aveva proposto una risoluzione alternativa che avrebbe precluso la strada a una riproposizione di Foa, ha
protestato in commissione, annunciando ricorsi alla Corte dei Conti e ai tribunali competenti contro un'operazione ritenuta illegittima. Il Movimento 5 Stelle - attacca il senatore Pd Salvatore Margiotta - «si assuma la responsabilità di aver avallato una delle operazioni di lottizzazione più feroci degli ultimi anni, con l'aggravante del beneplacito di Berlusconi». Ora la battaglia si sposta in cda, dove il sì a Foa dovrebbe passare con l'opposizione dei consiglieri Rita Borioni e Rodolfo Laganà.

A breve sul tavolo del consiglio arriveranno anche le prime nomine della nuova gestione. In pole position per il Tg1 c'è sempre Gennaro Sangiuliano, sostenuto dal centrodestra, a meno che la spunti Alberto Matano, gradito a M5S, che potrebbe essere dirottato al Tg2. Al Tg3 si attende la conferma di Luca Mazzà (oltre che del direttore di rete Stefano Coletta), mentre alla radiofonia si parla di Paolo Corsini. Per la TGR sono in pole, sponsorizzati dalla Lega, Alessandro Casarin o Luciano Ghelfi, in lizza anche per il Tg2 qualora Matano andasse al Tg1. Per lo sport resta favorito Jacopo Volpi.

Forte comunque la polemica sulla votazione della vigilanza. «La commissione di vigilanza ha votato una risoluzione che è di fatto il via libera alla nomina di Marcello Foa, già bocciato dalla stessa vigilanza meno di due mesi fa, a presidente del cda Rai. È molto grave che la commissione si sia assunta un simile compito invece di lasciare che fosse il cda ad assumersi la proprie responsabilità», dichiara la senatrice di Leu, Loredana De Petris, presidente del gruppo Misto e membro della commissione di vigilanza Rai.

Il capogruppo di Forza Italia in commissione, Giorgio Mulè, ha riferito al termine della seduta: «Ci siamo astenuti, non abbiamo partecipato alla votazione». Ma ha subito aggiunto che rispetto alla scorsa votazione, quando Fi aveva contribuito alla bocciatura di Foa, ora c'è «condivisione nel metodo e nel merito, grazie all'approvazione dell'emendamento di Forza Italia che prevede che il presidente nominato dal cda sarà audito prima del voto dalla Vigilanza sull'indirizzo che vorrà dare» all'azienda, consentendo la formazione per i commissari di «un'idea compiuta». 

«Il voto di oggi della Vigilanza sulla risoluzione di maggioranza è la prova degli accordi che si sono stretti ad Arcore tra Lega e FI. E tutto questo avviene con la totale complicità del M5S che evidentemente accetta che al tavolo delle spartizioni delle poltrone si sieda anche FI che oggi, con il voto di astensione sulla risoluzione, entra ufficialmente nella maggioranza, portando a casa evidentemente qualche candidatura in più per le amministrative e garanzie sui tetti pubblicitari per le tv di Berlusconi. Siamo di fronte ad un fatto gravissimo che spiana la strada a Marcello Foa,
candidatura che non garantisce assolutamente equilibrio, competenza e pluralismo al servizio pubblico, come Presidente della Rai. Il Pd farà ricorso e si opporrà in tutte le sedi ad una scelta che calpesta le più elementari regole democratiche dopo che già un voto della commissione di Vigilanza aveva detto con chiarezza no a questa indicazione». Lo dichiarano in una nota il presidente dei senatori del Pd Andrea Marcucci e il capogruppo Pd in commissione di Vigilanza sulla Rai Davide Faraone.

«La Rai avrà il Presidente gradito dalla maggioranza, e non è una notizia. Foa, campione del nazionalismo antieuropeista, è un segno dei tempi; tempi grami, ma questi sono i tempi. La nuova maggioranza Lega, M5S e Forza Italia è invece una notizia. Il Presidente del Parlamento europeo Tajani tace: acconsente?». Lo scrive su Twitter Benedetto Della Vedova, coordinatore di +Europa.

«In Vigilanza Rai si è consumato l'ultimo atto della trasformazione del M5S da partito di lotta a partito di lottizzatori. I pentastellati, infatti, sono stati complici silenziosi della trattativa tra Lega e Fi che aveva sul piatto la presidenza della Rai e l'alleanza alle regionali, compresa la mia Basilicata. Di Maio si assuma la responsabilità di aver avallato una delle operazioni di lottizzazione più feroci degli ultimi anni, con l'aggravante del beneplacito di Berlusconi. Sono lontani i tempi in cui il Presidente Fico pretendeva che i partiti uscissero dalla Rai», afferma il componente Pd della Commissione di Viglianza Rai, senatore Salvatore Margiotta.


«Con questo abuso votato a maggioranza, con il voto contrario delle opposizioni e l'astensione di Forza Italia, Lega e M5s hanno capovolto la legge: non è più il cda Rai che vota il presidente, ma la Vigilanza che intima ai consiglieri chi devono votare. Si tratta di altro materiale per gli avvocati». Lo scrive su Facebook il deputato del Partito democratico Michele Anzaldi, segretario della commissione di Vigilanza Rai. «Per citare la sentenza della Corte dei Conti - prosegue Anzaldi - sul caso Meocci, se ora i consiglieri eseguiranno l'ordine arrivato dai partiti di maggioranza, si renderanno responsabili della "manifestazione di una volontà pervicacemente e supinamente adesiva alla volontà politica". È evidente, infatti, che per Lega e M5s Foa deve essere nominato a tutti i costi. Costi che ricadranno, però, sui singoli consiglieri. Foa, infatti, è già stato votato e bocciato, non basta una risoluzione illegittima scritta dai parlamentari di Salvini a modificare questa realtà».

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