CITTA' DEL VATICANO - Il clero italiano deve rinnovarsi. Il buon prete non ha una agenda da difendere. Papa Bergoglio davanti ai vescovi italiani riuniti in Vaticano...
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Anche in Italia tante tradizioni, abitudini e visioni della vita sono state intaccate da un profondo cambiamento depoca. Morale: serve un cambiamento. Non usa toni amari, né accusatori. Bergoglio parla come pare come un padre. Quante relazioni ferite! In un mondo in cui ciascuno si pensa come la misura di tutto, non cè più posto per il fratello. È scalzo, il nostro prete, rispetto a una terra che si ostina a credere e considerare santa ha detto il Papa, aggiungendo che non si scandalizza per le fragilità che scuotono l'animo umano: consapevole di essere lui stesso un paralitico guarito, è distante dalla freddezza del rigorista, come pure dalla superficialità di chi vuole mostrarsi accondiscendente a buon mercato.
Dell'altro accetta, invece, di farsi carico, sentendosi partecipe e responsabile del suo destino. Inoltre non è un burocrate o un anonimo funzionario dellistituzione; non è consacrato a un ruolo impiegatizio, né è mosso dai criteri dell'efficienza. Il buon prete sa che l'Amore è tutto. Non cerca nemmeno assicurazioni terrene o titoli onorifici, che portano a confidare nell'uomo; nel ministero per sé non domanda nulla che vada oltre il reale bisogno, né è preoccupato di legare a sé le persone che gli sono affidate. Il suo stile di vita semplice ed essenziale, sempre disponibile, lo presenta credibile agli occhi della gente e lo avvicina agli umili, in una carità pastorale che fa liberi e solidali. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero