Dopo gli ultimi ritocchi e il passaggio obbligato dal Mef, il decreto sicurezza dovrebbe arrivare al Quirinale. Il condizionale però è d'obbligo: l'esame del...
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Nell'ultima stesura non c'è più l'automatismo ma l'esame caso per caso con un provvedimento di allontanamento dal territorio proprio per questioni di sicurezza nazionale da parte della prefettura. E mentre il ministro si dice sicuro che da parte del Colle non ci saranno rilievi, il governo incassa l'apertura al provvedimento da Bruxelles, che riscontra «punti positivi». Critico invece l'ex titolare del Viminale, Marco Minniti, che parla di «decreto insicurezza». Mentre l'Unhcr invierà osservazioni tecniche al Governo e ribadisce che la legge dovrà essere «conforme agli obblighi ed ai principi» della Convenzione di Ginevra, «in primo luogo il principio di non respingimento». Ma del resto altre modifiche al testo arriveranno di certo nel corso dell'esame del Parlamento.
LE MODIFICHE
Il punto controverso, oltre al ritiro della cittadinanza, riguardava la sospensione della domanda di asilo nel caso in cui il richiedente venisse indagato per quei reati, di particolare allarme sociale, che comporterebbero il diniego della stessa richiesta. Ma soprattutto che venisse disposto l'allontanamento dal territorio nazionale per una condanna in primo grado. Una norma che non avrebbe tenuto conto della presunzione di innocenza fino alla sentenza passata in giudicato, prevista dal nostro ordinamento, e del diritto di difendersi e di partecipare ai processi per gli imputati. Il lavoro di limatura è stato lungo, anche con via Arenula.
Alla fine, la norma è stata smussata. La condizione indispensabile per le misure è la pericolosità sociale, che dovrà essere riconosciuta da un'indagine penale in corso. È solo in questo caso che la domanda di asilo potrebbe essere sospesa dalla commissione territoriale. Ma il caso dovrà essere valutato e la sospensione non sarà automatica. Allo stesso modo, nel caso in cui ci sia una condanna in primo grado: l'allontanamento non sarà scontato, ma previsto, come è stato finora per le espulsioni, caso per caso, con una valutazione, da parte delle prefetture in base a un pericolo sociale che deve essere concreto. Non solo, l'allontanamento temporaneo dal territorio nazionale, potrebbe anche tradursi in un trattenimento in carcere o nei centri per il rimpatrio, quindi con la possibilità, per l'imputato di difendersi negli altri gradi di giudizio.
BRUXELLES
Il decreto del governo italiano su immigrazione e sicurezza, a prima vista, definisce soluzioni «non molto lontane» da quanto la Commissione europea indica da diverso tempo e, in particolare, per quanto riguarda «l'aumento del periodo di detenzione dei migranti, «un periodo in cui unire le procedure di asilo con quelle dei rimpatri per accorciare i tempi». All'Europa, che da anni faceva pressioni sui nostri governi affinché fossero aumentati i tempi di trattenimento e perché i richiedenti asilo fossero trattati come migranti economici, adesso strizza l'occhio al ministro dell'Interno Matteo Salvini.
Ma anche Bruxelles attende il testo definitivo per valutare il rispetto dei parametri Ue.
L'Unhcr, agenzia dell'Onu per i rifugiati, invece, ricorda che «Qualsiasi disposizione di legge adottata da un paese firmatario della Convenzione di Ginevra deve essere conforme agli obblighi e ai principi in essa contenuti». L'agenzia annuncia osservazioni tecniche al governo e si riserva di esaminare il testo.
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