Genova, l'esperto: «Crollo causato da un difetto di progettazione»

«Un'ipotesi plausibile, visto il filmato della caduta del ponte, è che si sia persa la campata centrale appoggiata da un lato sulla pila 9 e dall'altro sulla...

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«Un'ipotesi plausibile, visto il filmato della caduta del ponte, è che si sia persa la campata centrale appoggiata da un lato sulla pila 9 e dall'altro sulla pila rimasta in piedi; che abbia perso l'appoggio sulla pila 9 e quindi sia andata giù eccitando dinamicamente la pila». A parlare con l'Adnkronos è Giuseppe Mancini, in pensione da pochi mesi, già Ordinario di Tecnica delle Costruzioni presso la Facoltà di Ingegneria del Politecnico di Torino, in teoria e progetto dei ponti.


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«La pila -dice Mancini- non era progettata per questa condizione estrema e quindi si è rotta». Ma cosa può aver indotto la perdita di appoggio? «La vibrazione indotta dalla combinazione di vento e pioggia, che si manifesta quando c'è pioggia intensa e vento anche non troppo elevato -spiega il professore- Perché l'acqua che cade forma una specie di torrente che si stacca e va a terra; quando si stacca la massa cambia repentinamente e lo strallo oscilla. Queste oscillazioni possono essere aumentate dal vento. Ciò può aver comportato una variazione di geometria; si muoveva la zona di appoggio delle travi, è uscita dall'appoggio ed è caduta da un lato».

 

Se questo fosse il motivo, si tratterebbe, secondo Mancini, di un difetto di progettazione «perchè a quell'epoca nessuno sapeva cosa fosse il fenomeno, scoperto nel ponte di Rotterdam solo successivamente». E sul fatto che si potesse scoprire il problema, il professore non ha dubbi: «Su un ponte con stralli in calcestruzzo non era possibile vederlo, se fosse stato con stralli in acciaio sarebbe stato diverso, perché sono molto numerosi ed a breve distanza», conclude. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero