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Sulle vaccinazioni, forse, ha ragione l'Europa. La previsione di vaccinare tutti gli italiani a luglio - caldeggiata anche da Mario Draghi nelle scorse settimane - con i ritmi attuali non è così affatto scontata. Più realistica invece sembra la stima di una profilassi al 57 per cento per la Penisola entro giugno, lasciata trapelare la scorsa settimana da Bruxelles. Cifra, c'è da dire, più o meno in linea con quelle avanzate per altri Paesi Ue simili (vedi Francia o Germania), ma comunque lontana dal poter garantire un ritorno ad una pseudo-normalità prima di settembre.
I numeri
Le variabili in gioco però, ovviamente sono tante. La prima riguarda la disponibilità dei vaccini rispetto alla popolazione. Entro il 30 giugno in Italia si attende - salvo imprevisti - la consegna di poco meno di 50 milioni di dosi. Di queste "solo" 7 milioni sono di Johnson & Johnson che ha l'enorme vantaggio di essere monodose. Per cui, numeri alla mano, dovrebbero arrivare fiale a sufficienza per circa 29 milioni di immunizzazioni totali.
Considerando che ad oggi (7 aprile) sono stati vaccinati 11,5 milioni italiani e che tra questi appena 3,5 milioni hanno ricevuto anche la seconda dose, sono ben 39,5 milioni gli italiani che attendono il proprio turno per iniziare da zero la profilassi (rispetto ai 51 milioni di italiani sopra i 16 anni, ovvero quelli che possono essere vaccinati, ed escludendo i 7 milioni che devono ricevere la seconda dose).
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Piano vaccini, cosa serve
E' evidente che per immunizzare la Penisola servono 87,6 milioni di dosi (escludendo dal calcolo per il momento J&J), e quindi proprio come sostenuto dalle stime Ue che bisognerà sforare quantomeno nel mese di luglio per raggiungere l'obiettivo. Ovvero nel terzo trimestre quando in Italia sono fortunatamente attese ulteriori 78 milioni di dosi (di cui 15,9 milioni monodose).
Un'accelerazione significativa però può arrivare dal monodose Janssen che in un colpo solo ridurrebbe il fabbisogno di dosi e i tempi (con qualche dubbio sulle consegne, l'azienda ha garantito alla Ue la consegna delle 200milioni di dosi acquistate entro il 2021, senza ulteriori indicazioni).
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Variabili
Appurato che i vaccini potenzialmente ci sono, se non entro giugno sicuramente entro luglio-agosto, e assumendo che non vi siano particolari tagli, la variabile fondamentale diventa il ritmo delle inoculazioni. A conti fatti non è un caso se il numero ribadito come un mantra dal commissario Figliuolo siano le 500mila iniezioni al giorno. Una soglia "magica" che se raggiunta da subito e con costanza permetterebbe davvero una vaccinazione lampo (15 milioni di somministrazioni al mese). Il problema è che, pur non tenendo conto del pessimo spettacolo offerto nei giorni di Pasqua quando si praticamente inceppata la macchina in moltissime regioni, ieri sono state somministrate 235.587 dosi. Meno della metà del ritmo ideale che Figliuolo ritiene di poter raggiungere entro fine aprile. Ma anche meno le 300mila dosi al giorno che il commissarrio riteneva un obiettivo realizzabile a fine marzo.
A questo punto, unendo le due variabili, l'ipotesi è una: senza intoppi la fine della campagna è realizzabile entro la seconda metà di agosto.
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Calendario vaccini
Ovviamente perché ciò si verifichi c'è bisogno di una tempesta perfetta con consegne puntuali e struttura senza intoppi, e soprattutto c'è bisogno che gli italiani non rifiutino il vaccino a loro destinato. In più la road map di come questo accade, il calendario per intenderci, continua a variare enormemente da Regione a Regione. Il punto di incontro però, almeno in questo momento, è che il mese di aprile sarà più o meno ovunque destinato a recuperare i ritardi accumulati su fragili e anziani. Poi si punterà - con grosse differenze tra i territori - a completare la profilassi dei 60enni per dedicarsi, dalla metà di maggio, alle prenotazioni dei 50enni. A testimonianza delle grandi differenze territoriali però, c'è da dire che il Lazio - esempio virtuoso in italia - sembra giocare una partita a sé con le farmacie e J&J che dal 20 aprile inizieranno la fascia 55-60. Altri invece sono più indietro. Il Piemonte ad esempio ha appena iniziato a raccogliere le prenotazioni per la popolazione tra i 60 e i 69 anni. Una fascia di cui invece la Lombardia inizierà ad occuparsi dal 22 aprile (per iniziare le inoculazioni il 9 maggio).
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