Super Green pass in vigore da domani. Stadi, feste, ristoranti: il tampone non basta più

Entrano in vigore le nuove regole: il Pass rinforzato obbligatorio per locali, teatri, cinema e cerimonie. Il documento base diventa necessario sui mezzi pubblici e negli hotel. Al bar basta la mascherina

Per ristoranti e cinema serve quello rafforzato. Per piscina e autobus però no, basta anche il tampone. Per un caffè al bar o per entrare in chiesa invece, solo la...

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Per ristoranti e cinema serve quello rafforzato. Per piscina e autobus però no, basta anche il tampone. Per un caffè al bar o per entrare in chiesa invece, solo la mascherina. Da domani, e almeno fino al 15 gennaio, gli italiani si troveranno nuovamente a fare i conti con l’estensione delle norme anti-Covid. Farà infatti il suo esordio la nuova versione del Green pass. E cioè quella ottenibile solo con vaccinazione e guarigione introdotta dal governo per «conservare la normalità» in vista di un Natale che, si spera, al netto della recrudescenza epidemiologica in corsa, possa trainare i consumi e quindi la ripresa. Come? Garantendo che le attività resteranno aperte, al pari delle scuole. 

 

IL SUPER GREEN PASS

Lo strumento designato per permettere tutto ciò è proprio il Super Green pass che, quindi, da domani vieterà l’accesso ai No vax nelle attività considerate più a rischio: ristoranti al chiuso, stadi, feste, discoteche e cerimonie pubbliche. Per tutti questi luoghi il tampone (antigenico o molecolare che sia) non è più sufficiente. 
Nella pratica però, è bene sottolineare, come per chi è vaccinato o guarito non cambia nulla. Non bisogna scaricare alcun nuovo Qr code, né è necessario aggiornare nulla dallo smartphone (Immuni o AppIo che sia). Ad aggiornare la propria app saranno i gestori. VerificaC19, già oggi consente di scegliere tra due diverse tipologie di verifica. I ristoratori ad esempio, dovranno impostare quella “rafforzata”. I gestori degli hotel quella “base”. 

 

 

 

LE ATTIVITÀ

Un ragionamento estendibile, decreto alla mano, a tutte le attività coinvolte nel testo. Per cui, andando con ordine, il Super Green pass è richiesto “solo” per accedere a spettacoli (cinema e teatri), stadi, ristoranti al chiuso (anche bar se con servizio al tavolo), cerimonie pubbliche, discoteche e feste. Fanno eccezione però i banchetti post-matriomonio (o altra cerimonia religiosa), in quel caso è sufficiente la versione base. 
Di contro nello stesso decreto, l’uso della versione base - che resta in vigore per accedere al posto di lavoro e in tutte le altre situazioni già definite - è stato esteso ad alberghi (compresi i ristoranti interni), spogliatoi per l’attività sportiva, e soprattutto treni regionali, tram, metro e autobus. Il tutto però, solo in zona bianca e gialla. In zona arancione i No vax restano esclusi anche da musei, piscine, palestre, sagre e fiere, centri termali, parchi tematici, feste e sale gioco. Inoltre, data la stagione, è utile ricordare che il Green pass è necessario anche per acquistare gli skipass e accedere agli impianti di risalita, ma solo in zona gialla. In arancione bisognerà esibire la versione rafforzata. 

 

 

 

I CONTROLLI

Per quanto riguarda i controlli del Qr code la sola vera certezza è che saranno più serrati, specie su chi dovrebbe farli, e cioè nelle attività. In pratica nei cinema ad esempio la correttezza delle operazioni sarà verificata con maggiore frequenza. Il Viminale, pur rassegnato al fatto che non si può verificare ogni cittadino, ha preparato la stretta. Specie perché dopo mesi di “criticità”, o meglio folle ingestibili, il Green pass farà il suo esordio a bordo di bus e tram. Tuttavia come ha chiarito in una circolare, per non ottenere effetti paradossali come assembramenti o problemi di ordine pubblico, le verifiche (coadiuvate dalle aziende dei trasporti) non ci saranno nelle ore di punta. Si concentreranno però nei luoghi e momenti «di maggior afflusso»: i weekend del periodo natalizio, le strade dello shopping, la movida. Vale a dire le stesse dove ormai quasi tutte le città (Roma compresa, da ieri) hanno imposto l’uso della mascherina obbligatoria anche all’aperto. 

 

 

 

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Il Messaggero