Sono atterrati a Ciampino i militari italiani feriti nell'attentato in Iraq rivendicato da Daesh. Il C130 dell'Aeronautica militare,...
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Militari italiani feriti in Iraq, l'angoscia dei familiari: «Per Paolo l'esercito è tutto ma ora riportatelo a casa»
Le fasi di sbarco dei militari feriti si stanno svolgendo all'aeroporto militare di Ciampino all'insegna della discrezione e della riservatezza. Pochi minuti dopo l'atterraggio del C130 cinque ambulanze militari e pulmini si sono recati sotto bordo del velivolo dalla rappresentanza del 31esimo stormo dell'Aeronautica militare. A seguire i ministri Guerini e Di Maio, con accanto il capo di stato maggiore della Difesa Vecciarelli, il capo di stato maggiore dell'esercito generale Salvatore Farina ed il capo di stato Maggiore della Marina, ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone, si sono recati sotto bordo dove hanno incontrato i militari e i familiari. Pochi minuti, lontano dagli occhi della stampa, per poi fare ritorno nella sala di rappresentanza. I militari verranno trasferiti a breve all'ospedale militare del Celio.
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Nel pomeriggio, Di Maio, in audizione alle Commissioni di Camera e Senato sulle linee programmatiche della Farnesina, aveva annunciato il rietro dei soldati, aggiungendo che sarebba andato riceverli insieme con il ministro della Difesa. Di Maio aveva colto l'occasione per ribadire la «vicinanza del governo per i militari italiani all'estero per rischiano la vita ogni giorno». La decisione del rimpatrio, si legge in una nota della Difesa, «è stata presa dopo che i medici militari italiani hanno appurato le loro condizioni presso l'Ospedale militare Usa della Base di Ramstein in Germania e deciso di trasferirli presso l'ospedale militare del Celio a Roma». Ad accogliere i feriti e i loro familiari all'aeroporto di Ciampino, dove arriveranno nel primo pomeriggio, ci sarà - oltre ai ministri Di Maio e Guerini - anche il capo di Stato maggiore della Difesa Enzo Vecciarelli.
Di Maio, poi, era intervenuto sulla delicata questione dei foreign fighters. «Alla riunione domani a Washington della coalizione anti-Daesh affronteremo la questione del ritorno dei foreign fighters».
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Il Messaggero