Meloni, le prossime tappe del governo: dalle riforme a Pnrr, le priorità nel 2023

Archiviata la Manovra ma non ancora le feste, il governo guidato da Giorgia Meloni prepara l'agenda per il nuovo anno

Meloni, le prossime tappe del governo: dalle riforme a Pnrr, le priorità nel 2023
Riforme e Pnrr. Archiviata la Manovra ma non ancora le feste, il governo guidato da Giorgia Meloni prepara l'agenda per il nuovo anno. E lo fa provando ad imprimere...

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Riforme e Pnrr. Archiviata la Manovra ma non ancora le feste, il governo guidato da Giorgia Meloni prepara l'agenda per il nuovo anno. E lo fa provando ad imprimere un'accelerazione sui dossier più divisivi o complessi. È il caso delle Riforme costituzionali, per cui non è del tutto chiaro se i percorsi debbano essere separati oppure coincidere. Così, mentre all'interno della stessa maggioranza tiene banco il dibattito sull'Autonomia differenziata nonostante gli sprint leghisti, il mirino di FdI è puntato sul Presidenzialismo. O meglio sull'avvio dell'iter che può portare a diverse declinazioni del vecchio pallino della politica italiana. Tant'è che la ministra Casellati, proprio in virtù di queste differenze, ha già iniziato il confronto con i partiti politici (punta a chiudere entro gennaio) che porterà all'elaborazione di una proposta. Sul tavolo ci sono l'elezione diretta del Capo dello Stato, quella del premier (chiesta da Pd e Terzo polo) o un semi-presidenzialismo alla francese, tutte da valutare all'interno di una bicamerale o di una "bicameralina", com'è stata ribattezzata l'ipotesi di un consesso ristretto tra le commissioni Affari costituzionali.

 

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Il tema del Pnrr

Ma a tenere banco, con un'orizzonte che con ogni probabilità è da ricercarsi sempre entro la fine di gennaio, è anche l'attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Come chiarito più volte dalla stessa Meloni, una volta centrati gli obiettivi del 2022 e ottenuta la relativa tranche di pagamento, la sfida ora consiste nel mettere a terra quei cantieri. E quindi - posta la necessità di ritrattare la gestione dei fondi con Bruxelles - a palazzo Chigi si lavora a quella che è definita una «riforma della governance». Una semplificazione che mira ad accentrare nelle mani del ministro Raffaele Fitto il potere di velocizzare i lavori. In buona sostanza si mira a rendere più efficace il «potere sostitutivo» del governo che consente di commissariare le amministrazioni locali in ritardo sui progetti, a prescindere dalla caratterizzazione politica. Non solo. Data la necessità di rendere più corposa la struttura centrale che si occupa del Piano, nella mente dell'esecutivo c'è anche l'idea di non applicare uno spoil system tra i funzionari - avanzando chi gode di fiducia "politica" - ma di avvantaggiare chi si è mostrato meritevole. Anche perché, si ragiona, nel decreto di riforma si rivedranno i poteri delle Soprintendenze, i tempi delle Conferenze di servizi, la procedura della Via, la valutazione di impatto ambientale, e quindi aumenteranno le responsabilità. Non a caso, contestualmente, prosegue il lavoro del governo per modificare il reato di abuso d'ufficio che spesso frena "il potere di firma" negli atti della Pubblica amministrazione. Non un passaggio facilissimo, ed è solo l'inizio del 2023. 

 

 

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