Medicina, caos sul numero chiuso. Il governo si corregge: «Non subito»

Medicina, numero chiuso eliminato: la misura nella manovra
Caos sul numero chiuso a Medicina: il Governo prima in un comunicato lo abolisce ma poche ore dopo si corregge. Nella nota relativa al Consiglio dei ministri di ieri terminata...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
159,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
79,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA
ANNUALE
79,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
159,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA

- oppure -

Sottoscrivi l'abbonamento pagando con Google

OFFERTA SPECIALE

Leggi l'articolo e tutto il sito ilmessaggero.it

1 Anno a 9,99€ 89,99€

oppure
1€ al mese per 6 mesi

Rinnovo automatico. Disattiva quando vuoi.

L'abbonamento include:

  • Accesso illimitato agli articoli su sito e app
  • La newsletter del Buongiorno delle 7:30
  • La newsletter Ore18 per gli aggiornamenti della giornata
  • I podcast delle nostre firme
  • Approfondimenti e aggiornamenti live
Caos sul numero chiuso a Medicina: il Governo prima in un comunicato lo abolisce ma poche ore dopo si corregge. Nella nota relativa al Consiglio dei ministri di ieri terminata dopo le 21 e pubblicata sul sito della presidenza del Consiglio dei ministri, infatti, al punto 22 si menziona testualmente l' «Abolizione del numero chiuso nelle Facoltà di Medicina» e si precisa che: «Si abolisce il numero chiuso nelle Facoltà di Medicina, permettendo così a tutti di poter accedere agli studi». 




Pochi ore più tardi però è la stessa presidenza del Consiglio a precisare che «si tratta di un obiettivo politico di medio periodo per il quale si avvierà un confronto tecnico con i ministeri competenti e la Conferenza dei Rettori delle università italiane, che potrà prevedere un percorso graduale di aumento dei posti disponibili, fino al superamento del numero chiuso». Tanto è bastato però per far scatenare il popolo del web e far «quasi cadere dal letto», dalla sorpresa, il presidente della Conferenza dei rettori, Gaetano Manfredi. Chi è sembrato non scomporsi troppo è stato il titolare del Miur, Marco Bussetti, che a Venezia, in occasione della firma di un protocollo d'intesa con la Regione Veneto, ai giornalisti che gli hanno chiesto notizie in merito, ha risposto candidamente: «Sarò franco con voi. Non mi risulta. Stiamo lavorando - ha poi aggiunto - per allargare il numero degli ammessi: sarà un percorso graduale, ma si farà».

E in effetti da qualche tempo Bussetti è al lavoro con la Conferenza dei rettori per questa soluzione, che nei calcoli del presidente dei rettori Manfredi dovrebbe portare tra tre anni i posti a Medicina a 15 mila, circa il 50% in più di quanti sono oggi, dunque. Poco dopo, infatti, il ministro Bussetti e la titolare del ministero della Salute, Giulia Grillo, hanno diffuso una nota chiarendo di aver chiesto, in sede di Consiglio dei Ministri, di aumentare sia gli accessi sia i contratti delle borse di studio per Medicina. «È un auspicio condiviso da tutte le forze di maggioranza che il Governo intende onorare. Si tratta chiaramente di un percorso da iniziare già quest'anno per gradi», hanno chiarito. E poco dopo è arrivata anche la precisazione della presidenza del Consiglio. Una svista il colpo di mano? Non si saprà mai. Chi si è schierato apertamente contro il numero chiuso è stato il leader della Lega, Matteo Salvini. «Io sono da sempre contrario al numero chiuso nelle facoltà scientifiche. C'è bisogno di ingegneri e medici», ha detto nel pomeriggio.


Nel contratto di governo firmato da Lega e M5S si parla della possibilità di «aumentare il numero dei laureati in medicina, anche rivedendo il numero chiuso», e al tempo stesso si sottolinea la necessità di «aumentare le borse di studio per gli specializzandi». Sul fronte opposto il Presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri (Fnomceo), Filippo Anelli si chiede a cosa serva «sfornare migliaia di medici laureati ma ancora privi di tutte quelle competenze necessarie a entrare a pieno titolo nel nostro Servizio Sanitario Nazionale e lasciarli poi intrappolati in un limbo dal quale sempre più difficilmente potranno affrancarsi, a meno di non fuggire all'estero». Gli studenti infine, hanno accusato il governo di «continuare a parlare per slogan e a fare una continua campagna elettorale anche sulle manovre della legge di bilancio. Così - hanno detto - si rischia solo di mandare in tilt le Università».
Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero