Spiragli di trattativa tra il governo e ArcelorMittal sull'ex Ilva di Taranto. Dopo quattro ore di incontro, il premier Giuseppe Conte annuncia...
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Ilva, pm: scudo penale una scusa, recesso dovuto a crisi aziendale
Il report di Bankitalia: «Meno rischi per il sistema Paese, ma investitori ancora diffidenti»
Sono passate le 23 quando nella sede della presidenza del Consiglio entra di corsa un avvocato dello studio legale Cleary Gottlieb, che assiste Mittal.
In prima battuta Mittal aveva stimato 5000 esuberi: il governo punta a ridurli al minimo possibile. Quanto al futuro dello stabilimento, «in ragione dell'importante ruolo dell'Ilva nell'economia italiana», c'è la disponibilità a un «coinvolgimento pubblico». Si era parlato nelle scorse settimane dell'ingresso di Cdp nell'azionariato di una newco, opzione poi smentita negli ultimi giorni. In ambienti di maggioranza si ipotizzano interventi consistenti come quello di Fincantieri nella cantieristica a Taranto.
E lo scudo penale, che tanto ha diviso la maggioranza? «Non ne abbiamo parlato, ne parlate voi...», si limita a dire Conte ai giornalisti che lo interpellano. Ma tra gli strumenti sul tavolo continua a esserci quello di una norma generale che tuteli gli amministratori. L'azienda per ora non parla: solo nei prossimi giorni si capiranno meglio i termini del negoziato. Rispetto a due settimane fa Conte registra al tavolo un nuovo atteggiamento dei Mittal. E fa intravedere un nuovo piano industriale che punti alla decarbonizzazione come leva anche per dare risposte alle preoccupazioni degli abitanti di Taranto. Per la città, ribadisce, è in programma una serie di interventi («Il cantiere Taranto») con un mix di misure governative e di progetti di «campioni» dell'economia italiana, a partire dalle grandi aziende partecipate come Snam, pronta a investire 40 milioni.
«Torneremo a Taranto», annuncia il premier, che assicura di aver rappresentato al tavolo la città e l'intero Paese. Come andrà a finire neanche lui si spinge a garantire. Nel governo continuano a serpeggiare timori su un passo indietro finale di Mittal. Per ora si scongiura la chiusura degli impianti e si assicura il proseguimento della produzione. Un risultato fino a poche ore prima dell'incontro, per nulla scontato.
Il Messaggero