Green Pass da domani: ristoranti, palestre, cinema, al via tra ritardi e proteste. Il certificato punto per punto

Green Pass da domani: ristoranti, palestre, cinema, al via tra ritardi e proteste. Il certificato punto per punto
A riposo sotto gli ombrelloni gli italiani avranno ancora 24 ore per assistere allo spettacolo delle polemiche sull’entrata in vigore dell’obbligatorietà, dalla...

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A riposo sotto gli ombrelloni gli italiani avranno ancora 24 ore per assistere allo spettacolo delle polemiche sull’entrata in vigore dell’obbligatorietà, dalla mezzanotte di oggi, del Green pass anti-Covid per i ristoranti o i musei (ma non, o non ancora, per i luoghi di lavoro). 

Green pass da domani


Una battaglia essenzialmente virtuale, combattuta sui social più che sul terreno, fra il partito pro-pass ampiamente maggioritario (oltre quota 70%) nei sondaggi e quello no-pass assai più rumoroso sulla rete. La cosa attraversa anche la maggioranza, con la Lega che impugna la bandiera no-pass addirittura con il ministro del turismo Massimo Garavaglia che detta cinque condizioni per «salvare il settore» fra le quali l’autocertificazione per i ristoranti. Le altre quattro sono: esenzione per i minorenni; esenzione per fiere e sagre all’aperto; esenzione per servizi interni agli alberghi; nessun vincolo per i mezzi di trasporto.

 

 

 


Un pacchetto decisamente contrastato su twitter dal leader di Azione Carlo Calenda, in vacanza in Austria, che di primo mattino la mette così: «Sarà la dittatura sanitaria che prelude a quella sociale, morale e politica, ma qui a Vienna non ti servono neanche un caffè all’aperto senza Green pass».

 


REGOLE ASBURGICHE
Certificazione per il caffé all’aperto? Mentre in Italia il pass sarà obbligatorio al bar per sorseggiare una bevanda al chiuso e solo se seduti, cioè non serve neanche se il caffé lo consumi al bancone?
In attesa di capire se le ferree regole asburgiche (peraltro determinate da un governo guidato dal conservatore Sebastian Kurz) siano più efficaci di quelle italiane, da noi le polemiche infuriano. Le agenzie di stampa non mancano di segnalare la trovata del titolare di un bar di Alghero che ha piazzato la stella di David all’ingresso del suo locale per protestare contro il pass vaccinale «non fondato su basi scientifiche esattamente come la discriminazione contro gli ebrei». Altrove c’è chi parla di ritardi nelle disposizioni e si chiedono regole anche per i dettagli del tipo: «Se un turista chiede di poter usare i servizi igienici di un bar può farlo senza il Certificato»? I controlli spettano ai gestori dei locali, c’è anche un’apposita App. Sulla riviera romagnola, con spirito pratico, gli operatori turistici si sono convenzionati per far fare tamponi a basso prezzo a chi non si è vaccinato ma vuole sedersi al ristorante.

 

 


L’ELETTORATO
Ad un certo elettorato si rivolge la Lega di Matteo Salvini che. E anche se ormai è impossibile bloccare il pass il Carroccio l’altro ieri ha presentato una valanga di 900 emendamenti al decreto che lo ha istituito e che in queste ore viene esaminato (con ritardo abbastanza stravagante) dalla Commissione Affari Costituzionali della Camera. 
Fra queste proposte di modifica ne spicca una che semplicemente ne chiede l’abolizione per l’accesso a una serie di attività. Fonti leghiste spiegano che «l’emendamento che sopprime l’articolo 3 del decreto sul Green pass, mira a evitarne l’uso in zona bianca, cioè in tutt’Italia». La musica non cambia nelle dichiarazioni del senatore Alberto Bagnai, economista del Carroccio noto per le sue battaglie no-euro, che definisce il Green pass come uno strumento destinato a «frenare le attività economiche».

 
Intanto le strutture pubbliche, come ad esempio i musei, pare si siano preparate per tempo. Ieri l’Ansa ha verificato che una ventina di strutture museali o analoghe un po’ in tutt’Italia, dal Colosseo alla Reggia di Caserta, hanno già disposto gli inviti ai visitatori a presentare il pass spesso con trovate gradevoli, come l’uso dei versi di Orazio da parte del Parco Archeologico del Colosseo o di una stampa di Francesco I Borbone per la Reggia. Il controllo sarà effettuato all’ingresso e sarà verificato se il pass appartiene alla persona che la presenta attraverso l’esame di un documento. In molti musei non si pone il problema del tempo necessario per effettuare un controllo perché spesso le visite già avvengono per appuntamento.


In altre strutture come le palestre invece molti proprietari hanno già registrato nella loro documentazione elettronica i Green pass degli iscritti e dunque non li dovranno controllare ogni volta che l singolepersone entreranno nelle strutture.


Sia come sia da domattina - dopo molti altri paesi europei - anche l’Italia fa scattare l’obbligatoria diffusa del Pass: dai ristoranti al chiuso (per i bar non sarà chiesto al bancone ma solo al tavoli se ce ne sono), ai parchi tematici all’aperto, alle partite di calcio, ai musei, ai centri termali, alle palestre. Vale la pena ricordare che per partecipare ai pranzi matrimoniali il Green pass è obbligatorio dal primo luglio. E non si registrano protesta da parte degli operatori del settore.
 

 

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Il Messaggero