Governo, Di Maio tentato dalla Lega: altolà di Beppe Grillo

ROMA Chiudere l'accordo con il Pd e puntare sul Conte bis. Senza pensare di scambiare l'avvocato del popolo come «una figurina» perché «sarebbe...

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ROMA Chiudere l'accordo con il Pd e puntare sul Conte bis. Senza pensare di scambiare l'avvocato del popolo come «una figurina» perché «sarebbe una disgrazia». Beppe Grillo interviene nel bel mezzo di un pomeriggio pieno di chiusure e aperture tra il M5S e il Pd con un messaggio chiaro rivolto a Luigi Di Maio, ma anche ad Alessandro Di Battista. I timori del fondatore è che la trattativa possa avere una virata a sorpresa e che alla fine si possa ritornare a un governo gialloverde con Di Maio premier.


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SCOMPIGLIO
«Luigi tiene ancora aperto il forno con Salvini», fanno trapelare gli uomini del vicepremier durante tutta la giornata, anche mentre è in corso la cena con Nicola Zingaretti. Anche Dibba, tra i più feroci oppositori dell'accordo con i dem, in mattina esce con un post che getta nello scompiglio peones e big grillini. Da una parte sottolinea le «porte spalancate del Pd», dall'altra, però, a sorpresa fa una giravolta che rischia di far saltare il tavolo con i dem: «Ho visto nuove aperture della Lega al Movimento e mi sembra una buona cosa. Soprattutto perché non mi dispiacerebbe un presidente del Consiglio del Movimento 5 Stelle». Ovvero Di Maio. Ed è qui che entra in campo Grillo e la metafora di Conte che non si «scambia» come se fosse una figurina. Nel caso di un ritorno clamoroso con il Carroccio, l'offerta di Di Maio con il via libera di Salvini sarebbe appunto la promozione del premier dimissionario a Bruxelles in qualità di commissario Ue.

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In una giornata piena di colpi di scena e veline che vengono fatte filtrare dai rispettivi staff, circolano le ipotesi più varie, come quella di un voto su Rousseau per chiedere agli iscritti cosa ne pensano di questo abbraccio con il Partito democratico. «Nessun accordo è già stato fatto, ci sono trattative in corso sulla base dei 10 punti programmatici annunciati da Luigi Di Maio, ma niente è ancora stato deciso sul futuro del governo. La decisione vera la prenderete voi col voto on line, preparatevi quindi», dice Giancarlo Cancelleri, consigliere regionale in Sicilia e uomo molto vicino a Di Maio. «Anche questa è un'ipotesi», fanno filtrare dai vertici, soprattutto dal mondo di Davide Casaleggio. Ma fare esprimere Rousseau, visti gli umori della base ferocemente anti dem, rappresenterebbe un assist a Salvini. Basta dare un'occhiata ai social e ai commenti al post di Di Maio che annunciava l'inizio della trattativa.

IL GELO

Tanti deputati del Movimento 5 Stelle danno l'accordo in piedi, anche quando Di Maio detta condizioni durissime («Subito il taglio dei parlamentari o salta tutto») e c'è chi riporta «tutte le tentazioni di Luigi a Palazzo Chigi a una mera tecnica per alzare la posta con Zingaretti». Francesco Silvestri, vicecapogruppo del M5S alla Camera e membro della delegazione che ha incontrato i dem dice: «Al momento non abbiamo altri contatti, non esiste un altro forno». Di fatto, il grosso dei parlamentari del M5S è per un nuovo esecutivo giallorosso tanto che circola anche una cifra pesantissima: in caso di ritorno con la Lega 150 parlamentari non sarebbero disponibili a votare la fiducia al nuovo governo anche con Di Maio premier. Non a caso i deputati vicini a Roberto Fico si scagliano contro Di Battista per l'apertura alla Lega: «A che titolo parla Dibba?». La verità è che se il Pd è diviso, anche il Movimento 5 Stelle non scherza.

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