Governo in crisi. «No, non è chiusa». Matteo Salvini non si lascia scoraggiare neanche dalle parole tombali di Giuseppe Conte sull'alleanza M5s- Lega....
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Remano contro tanti fattori e lo stop di Conte tra le fila della Lega non viene reputato il più preoccupante: pesa di più la spinta verso il Pd di Grillo e dei gruppi M5s. «Le parole di Conte 'semplicementè sembrano avvalorare il sospetto che dietro il preaccordo con Renzi ci sia il premier.
È questo il ragionamento con cui vengono liquidate, ai piani alti della Lega, le parole di Conte da Biarritz, con allusione ai trascorsi del presidente del Consiglio come professore a Firenze (conosceva già Maria Elena Boschi, si ricorda). La tesi ricorrente, nei ragionamenti leghisti, è che Conte stia facendo una partita personale, da candidato premier in pectore del M5s in caso di elezioni. La scommessa è che Di Maio, come altri ministri e dirigenti M5s, scelga di giocare un'altra partita.
Salvini è rimasto a Roma per giocarsela fino in fondo: «Mai arrendersi, mai!», scrive in serata sui social, allegando la foto di un tramonto. La risposta a Renzi che lo definiva «quasi ko». Tutto si consumerà, è la convinzione condivisa con Di Maio, in 48 ore. I due vicepremier, nonostante le scorie della rottura traumatica, hanno ripreso a scriversi. Ma i contatti si sarebbero intensificati nelle ultime ore «a tutti i livelli»: tra ministri gialli e verdi, sottosegretari, dirigenti dei gruppi parlamentari. Dal Pd, ma anche dalle fila del M5s, c'è chi sostiene che «l'80% dei parlamentari vuole il governo con i Dem».
Ma i salviniani non si danno per vinti: anche Davide Casaleggio, dice qualcuno, propende per un governo con la Lega. Il leghista Lorenzo Fontana, entrando a casa di Salvini in serata con una vaschetta di gelato, assicura che anche Alessandro Di Battista nell'estremo tentativo di M5s e Lega è un alleato. Fontana si spinge anche a non escludere un bis con Conte premier. Ma è a Di Maio che l'offerta di Palazzo Chigi, per ora non in pubblico ma solo per le vie riservate, è stata presentata.
«Siamo pronti a sederci a un tavolo con M5s per aggiornare il programma su tutto e superare le difficoltà della crisi», dicono fonti leghiste. Anche se tra i dirigenti di via Bellerio c'è chi teme che così si lasci campo libero al M5s: «Speriamo nel miracolo delle elezioni ma forse a questo punto l'opposizione», dice sottovoce qualcuno. Sui social intanto si rilancia il martellamento della base pentastellata contro l'intesa con il Pd: anche il referendum su Rousseau, dice un leghista, potrebbe diventare un insperato assist alla Lega. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero