Giustizia, la riforma in tre mosse: si parte dai reati contro la Pa

A maggio la modifica del reato di abuso d’ufficio, poi l’inappellabilità delle sentenze di assoluzione. Entro dicembre introdotta la separazione delle carriere. Caiazza (Camere penali): una svolta liberale

Prima il lavoro, poi la giustizia. Una volta archiviato - il prossimo primo maggio - il primo step, il governo si concentrerà sul dare avvio alla riforma voluta dal...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
159,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
79,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA
ANNUALE
79,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
159,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA

- oppure -

Sottoscrivi l'abbonamento pagando con Google

OFFERTA SPECIALE

Leggi l'articolo e tutto il sito ilmessaggero.it

1 Anno a 9,99€ 89,99€

oppure
1€ al mese per 6 mesi

Rinnovo automatico. Disattiva quando vuoi.

L'abbonamento include:

  • Accesso illimitato agli articoli su sito e app
  • La newsletter del Buongiorno delle 7:30
  • La newsletter Ore18 per gli aggiornamenti della giornata
  • I podcast delle nostre firme
  • Approfondimenti e aggiornamenti live

Prima il lavoro, poi la giustizia. Una volta archiviato - il prossimo primo maggio - il primo step, il governo si concentrerà sul dare avvio alla riforma voluta dal ministro Carlo Nordio. In particolare si partirà con un ddl che modifica i reati di abuso d’ufficio e di traffico di influenze, oltre che la custodia cautelare. Poi, a giugno, si metterà mano alla prescrizione, all’impugnazione delle sentenze di assoluzione e alle intercettazioni. Per fine anno invece le riforme “costituzionali” come la separazione delle carriere dei magistrati. A scandire il ritmo è lo stesso Nordio che ieri, intervenendo a Che tempo che fa su Rai 3, ha “bollinato” l’accelerazione: «Entro il mese di maggio proporremo il primo pacchetto in senso garantista, cioè partendo da presunzione di innocenza e certezza della pena». Anche perché la modifica dei reati contro la Pa è considerata prioritaria per consentire la messa a terra del Pnrr. Nordio punta infatti a limitare il campo d’azione dei due reati che paralizzano l’attività di sindaci e amministratori locali, spingendoli alla fuga dalla firma. In particolare, sul secondo, si ipotizza di circoscrivere il reato in modo che la condotta resti penalmente rilevante solo qualora l’utilità procurata dal mediatore al pubblico ufficiale abbia una natura patrimoniale, o nell’ipotesi in cui la mediazione miri a far commettere al pubblico ufficiale un ulteriore reato.

L’ABUSO
Per quanto riguarda l’abuso d’ufficio invece, posto che tra i tecnici al lavoro sul pacchetto è considerata ormai «marginale» la possibilità che si arrivi ad una sua eliminazione in toto, i sottosegretari Francesco Paolo Sisto (FI), Giulia Bongiorno (Lega) e Andrea Delmastro (FdI) sono ancora su posizioni distanzi rispetto alle modalità della modifica. Tuttavia tra gli interventi più probabili ci sono la rimozione dell’abuso di vantaggio e una limitazione dell’abuso ostracistico oltre che dell’omessa attenzione.

Nordio però spinge anche perché all’interno di questo primo pacchetto legislativo entri la riforma della custodia cautelare in senso garantista. Ovvero in primis che sia comminata solo a seguito dell’interrogatorio e, in secondo luogo, che non sia più il Gip a decidere, ma un collegio di almeno tre giudici. Salvo accelerazioni improvvise, slitta invece a giugno quel “ritocco” per cui il Guardasigilli si è detto «disposto a battersi fino alle dimissioni». Vale a dire la riforma delle intercettazioni che, al netto di qualche polemica, Nordio non fatica a definire «fondamentali». In questo caso l’obiettivo è limitarne l’uso per i reati di mafia e terrorismo, e i vari reati satelliti collegati a quest’ultimi, ma soprattutto trovare una soluzione per evitare la diffusione delle captazioni penalmente irrilevanti. In particolare evitare che diventino pubbliche quelle conversazioni private tra soggetti che chiamano in causa un terzo soggetto non indagato. Non solo, si lavora anche per eliminare l’appello per l’assoluzione in primo grado. «Mi dovete spiegare come puoi condannare una persona quando un giudice precedente ha giudicato l’indagato non colpevole» ha tuonato più volte Nordio. Infine, a giugno, dovrebbe essere messa la parola fine sul “caso” della prescrizione creato dall’ex ministro M5S Alfonso Bonafede e dalla tentata toppa posta dalla successiva inquilina di via Arenula Marta Cartabia, per ripristinare la sua valenza sostanziale. Inoltre, come ha chiarito Nordio ieri sera, via Arenula è al lavoro anche per ridurre l’affollamento delle carceri: «Useremo caserme dismesse - ha spiegato - sono perfettamente compatibili con la sicurezza di un carcere e, anche grazie agli spazi aperti, consentono le due attività fondamentali nella rieducazione: sport e lavoro»

LA COSTITUZIONE


Infine, entro la fine dell’anno, Nordio punta alla riforma costituzionale della separazione delle carriere che ha messo in allarme la magistratura. Un obiettivo complesso perché richiede la procedura aggravata di una modifica costituzionale. Tuttavia è uno dei capisaldi della “dottrina” Nordio, che da sempre teorizza la necessità di separare la carriera del magistrato giudicante da quello requirente per dare applicazione al principio costituzionale del giusto processo e della parità delle armi tra accusa e difesa. La separazione, secondo il ministro, non aveva senso con il sistema inquisitorio in cui la polizia giudiziaria indagava in modo autonomo, mentre il codice Vassalli ha posto il pm come capo della polizia giudiziaria e questo lo rende «una parte pubblica, ma pur sempre parte, che non ha senso appartenga allo stesso ordine del giudice, perché svolge un ruolo diverso». Si tratta peraltro di punti già toccati in maniera fallimentare dal referendum di maggio scorso che non ha superato il quorum e, in maniera diversa, dalla riforma Cartabia sull’ordinamento giudiziario (approvata in giugno 2022). Motivo per cui molti magistrati ritengono sia una sorta di accanimento ingiustificato che ne mette in discussione l’indipendenza. Opposizioni che però Nordio sembra determinato a non ascoltare. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero