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«Il governo non rischia. E non può esistere senza il Movimento 5Stelle. Per questo non ci accontentiamo di un appoggio esterno. Conte mi ha dato rassicurazioni». E ancora, sui presunti messaggi inviati a Beppe Grillo con l’invito a defenestrare l’avvocato: «Dicono che ci sono riscontri oggettivi, vediamoli....». Mette ordine Mario Draghi. Tornato in anticipo dal vertice Nato di Madrid il premier spegne le polemiche sulle fibrillazioni che da giorni scuotono l’esecutivo. Anche se, a seguire i ragionamenti che infila rispondendo alle domande dei giornalisti durante la conferenza stampa post Cdm, in realtà finisce in qualche modo per cavalcarle mettendo all’angolo i cinquestelle. Non solo perché chiede che siano rese pubbliche le chat incriminate con l’Elevato, quanto perché gli ricorda che chiunque si sfili dall’esecutivo dovrà assumersi la responsabilità di riportare il Paese alle urne mentre affrontiamo sfide come «la guerra in Ucraina, il Pnrr, i rincari e la siccità».
IL RIENTRO
Nell’ordine però, Draghi chiarisce innanzitutto come il suo viaggio in Spagna non si è concluso in anticipo perché mercoledì sera andava allungandosi lo spettro di una crisi. «Sono rientrato a Roma per l’ok al dl bollette entro oggi» spiega. «Senza queste approvazioni ci sarebbe stato un disastro con aumenti fino al 45 per cento». Anzi. Si dice stupito che mentre in questi «sette giorni molto intensi» tra Consiglio Ue, G7 e Nato, il Paese riceveva consensi internazionali importanti - specie sul tetto al prezzo del gas - l’attenzione della comunicazione si sia concentrata «su qualcosa di nazionale, di politico» che non è «profondamente negli interessi degli italiani». Un po’ lo stesso sentimento che avrebbe portato in mattinata al Quirinale dove, come di routine dopo i vertici internazionali, si è recato per riferire al presidente Sergio Mattarella, confermandogli che «il governo va avanti».
Tuttavia Draghi non si tira indietro.
«Mi ha confermato che non è intenzione dei 5 stelle di uscire dal Governo né di dare l’appoggio esterno. Mi baso su queste rassicurazioni e vado avanti». Idem per quanto riguarda il rimpasto, l’ex Bce non è disponibile a governare con una maggioranza diversa da quella iniziale. Questo governo è l’ultimo della legislatura di cui sarà premier. Ma comunque «nessuno me l’ha chiesto» dice riferendosi a dei cambi nella squadra ministeriale per riequilibrare le caselle a seguito della scissione del Movimento cinquestelle.
Il tentativo di non alimentare tensioni, diventa ancora più evidente quando il premier si dice convinto che provvedimenti come lo ius scholae «sono iniziative parlamentari, il governo non prende posizione e io nemmeno». In pratica a dispetto di quanto dice Matteo Salvini «non porteranno problemi» di tenuta.
I MESSAGGI
Infine, a più riprese, il premier torna sui chiacchierati messaggi che, secondo la ricostruzione offerta inizialmente dall’84enne sociologo Domenico De Masi, Draghi avrebbe inviato a Beppe Grillo (che ha già smentito) per emarginare Conte (che invece ancora ieri, con i suoi, sostiene di aver visto le chat). «Non entro nelle dinamiche di un partito - spiega - io lavoro per gli interessi degli italiani, non capisco perché mi si voglia tirar dentro in questa faccenda, mi è estranea. Sono in contatto con Conte» spiega ancora una volta, prima di smentire anche nuovi contatti con il fondatore dei cinquestelle: «Grillo non l’ho sentito. Queste cose non sono vere». Poi, alla terza domanda sul punto, si fa più ficcante: «Non ho detto questo - dice quando gli si chiede se ha parlato con Grillo - mi si accusa di una cosa specifica. Ho chiesto di vederli, io non li trovo...li aspetto».
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