Sono arrivati alla Procura di Catania gli atti firmati dal premier Giuseppe Conte e dai ministri Luigi Di Maio e Danilo Toninelli, allegati alla memoria del ministro...
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SALVINI
«Voto in giunta e processo? Sono tranquillissimo, gli Italiani sanno che ho agito per il loro bene e la loro sicurezza». Lo dice il ministro dell'Interno Matteo Salvini.
LA PROCURA
Per gli inquirenti della Procura di Catania l'iscrizione nel registro degli indagati del premier Giuseppe Conte e dei ministri Luigi Di Maio e Danilo Toninelli sarebbe «un atto dovuto». Con l'arrivo degli atti della memoria a firma dei tre esponenti del governo, inviati a Catania dalla Giunta per le autorizzazioni a procedere del Senato della Repubblica, la Procura etnea aprirà, come previsto, un fascicolo. Si tratta degli atti che sono stati trasmessi alla Giunta nella memoria depositata dal vicepremier Matteo Salvini, su cui la Giunta si dovrà esprimere la prossima settimana.
DI STEFANO
«Credo in questo caso l'autorizzazione» a procedere contro Matteo Salvini «non vada concessa perché parliamo dell'operato di un governo intero, di un Consiglio dei ministri che ha agito collegialmente. Conte, Toninelli e Di Maio hanno consegnato al tribunale dei ministri le loro memorie, dicendo che hanno partecipato a questa scelta». Il sottosegretario agli Esteri, Manlio Di Stefano, si esprime così sul caso Diciotti nell'intervista a Maria Latella su Sky Tg24.
«Credo che non saremmo dovuti arrivare a questo, Salvini avrebbe dovuto rinunciare a questo voto e farsi processare: sarebbe arrivata l'assoluzione. Non ci può essere dolo in questo caso. Probabilmente da parte di Salvini è stato un segnale di debolezza dire 'mi farò processarè e poi ritrattare», prosegue. Lunedì il popolo del M5S si esprimerà online: se nella consultazione prevarrà il sì all'autorizzazione «voteremo sì». Di Stefano non crede che la vicenda sia destinata a mettere in discussione il governo: «Gli italiani ci hanno dato una grande opportunità di governare, sarebbe stupido rinunciare». «Credo che questo esecutivo abbia i numeri per governare e abbia le carte in regola per farlo. Credo che Lega e M5S sanno perfettamente che non ci sono alternative credibili a questo governo e hanno tutto l'interesse ad andare avanti», aggiunge.
CENTINAIO
Sulla vicenda interviene anche il ministro dell'Agricoltura: «Non temiamo il voto online del M5s sul caso Diciotti e la piattaforma Rousseau non mette a rischio il governo che è stabile e sta lavorando bene. Son cose assolutamente diverse e aspettiamo il voto in Parlamento». Così Gianmarco Centinaio, a Cagliari per un tavolo in Prefettura sulla vertenza latte. «I ministri di questo governo, M5S compresi, dicono che non c'è stato un interesse personale da parte del ministro dell'Interno, ma una decisione collegiale, allora dovrebbero votare sì per anche per Centinaio, Conte, Di Maio».
GRASSO
«Dopo settimane di 'dobbiamo leggere le carte' ora spunta il 'lodo Giarrusso': il voto degli attivisti che però non possono leggerle. Più che a Rousseau i Cinquestelle pensino a Montesquieu: la separazione dei poteri è un principio fondamentale. Il Senato autorizzi il processo a Salvini». Lo scrive su Facebook Pietro Grasso, membro della Giunta delle Immunità. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero