Dpcm, fidanzati (e amici) a caccia di case in affitto per trascorrere il veglione a Capodanno

Il linguaggio burocratico del dpcm annulla le speranze di chi aveva programmato il solito veglione con amici e fidanzati. Ma restituisce serenità a chi temeva un nuovo...

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Il linguaggio burocratico del dpcm annulla le speranze di chi aveva programmato il solito veglione con amici e fidanzati. Ma restituisce serenità a chi temeva un nuovo “liberi tutti” che avrebbe fatto schizzare verso l'alto la curva dei contagi. «Sono vietate le feste nei luoghi al chiuso e all'aperto. Con riguardo alle abitazioni private, è fortemente raccomandato di non ricevere persone diverse dai conviventi, salvo che per esigenze lavorative o situazioni di necessità e urgenza». Questo è scritto nel decreto del presidente del consiglio dei ministri. E a questo bisognerà attenersi nella notte di Capodanno. Niente veglioni tradizionali, dunque.

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Ma cominciamo dalle regole. Ecco cosa sarà possibile fare e cosa invece verrà vietato tra il 31 dicembre e il 1° gennaio. Primo: sarà vietato spostarsi tra Regioni dal 21 dicembre al 6 gennaio. Secondo: i ristoranti resteranno aperti il 25, il 26 dicembre e il 1° gennaio soltanto a pranzo, con la possibilità di fornire fino a sera cibo da asporto. Terzo: per il veglione sarà possibile cenare soltanto in camera se si decide di passare il 31 notte in albergo. Quarto: a Capodanno il coprifuoco notturno sarà prolungato dalle 22 alle 7 del mattino.

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Il caso di amici e fidanzati

Un rigore senza compromessi, anche se da tempo è scattata la corsa all'affitto con largo anticipo di case o casali in campagna in cui organizzare qualcosa che sia il più possibile vicino a un veglione tradizionale. In molti luoghi d'Italia ferve da tempo l'organizzazione tra amici e fidanzati, lo slalom tra le regole e i divieti. Organizziamo da me o da te? Fino a che ora si può brindare? Ci trasferiamo in anticipo in campagna? Ora che le regole sono state fissate, molti cercano di capire quali sono i varchi lasciati aperti dal dpcm e se è possibile sfruttarli per attenuare i divieti. Molti altri, invece, sembrano aver apprezzato il giro di vite, in un'Italia divisa tra rigorismo e permissivismo. Lo rivela il rapporto del Censis sulla situazione del Paese. È vero, molti si aspettano un Capodanno «triste e rassegnato» e sono pessimisti sul futuro. Ma quasi l'80% degli italiani, fa sapere il Censis, si dice a favore della stretta nelle prossime festività. «In vista del Natale e del Capodanno - si legge nel rapporto - il 79,8% degli italiani chiede di non allentare le restrizioni o di inasprirle. Il 59,6% taglierà le spese per il cenone dell'ultimo dell'anno. Per il 61,6% la festa di Capodanno sarà triste e rassegnata».

I conti Coldiretti

Qualche conto ha provato a farlo anche la Coldiretti, giungendo a conclusioni non proprio entusiasmanti. L'addio al tradizionale cenone di fine anno fuori casa riguarderà quasi 6 milioni di italiani, provocando perdite per un quarto di miliardo per ristoranti, alberghi e agriturismi. La stima della Coldiretti prevede dunque un duro colpo anche per le 24 mila strutture agrituristiche aperte per lo più in piccoli centri rurali, con una clientela proveniente dalle grandi città e dai paesi limitrofi. Il dpcm, ricorda l'associazione, «obbliga alla chiusura serale dei locali in tutte le regioni cancellando di fatto i tradizionali veglioni di Capodanno che segnano per molte realtà della ristorazione il picco degli incassi durante l'anno, con un spesa media che lo scorso 31 dicembre ha superato gli 80 euro a persona». Le difficoltà, dal punto di vista economico, si trasferiscono a cascata «sull'intera filiera agroalimentare, dall'industria all'agricoltura, con un drastico taglio degli acquisti di prodotti alimentari e bevande da portare in tavola. La chiusura dei locali è infatti destinata a provocare un forte ridimensionamento nei consumi di 70 milioni di chili tra pandori e panettoni, 74 milioni di bottiglie di spumante, 6 milioni di chili tra cotechini, zamponi e frutta secca, pane, carne, salumi e formaggi», conclude l'associazione. Ma quest'anno è così. Gli italiani brinderanno sobriamente, augurandosi che assieme al 2020 se ne vada anche il picco della pandemia.

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Il Messaggero