NAPOLI Operazione Raggi bis. Le grandi manovre interne della sindaca sono appena iniziate. Una lunga marcia con un unico obiettivo: ricandidarsi nel 2021 in Campidoglio. Beppe...
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Virginia Raggi a Italia 5 Stelle, attivisti contro reporter: insulti a inviato Iene
LE DIFFICOLTÀ
L'operazione Virginia II la riscossa diventa però un caso nello scacchiere nazionale. Il segretario dem Nicola Zingaretti ha in mente un nuovo centrosinistra con M5S, ma sa che le alleanze in alcune città (la Capitale) o regioni (la Campania, per esempio) sono complicate se non impossibili. Per il momento a Roma Raggi e Zingaretti usano tra loro le buone maniere. Lui ha detto che non si dovrebbe dimettere purché dia una scossa alla città, lei anche ieri ha chiuso a qualsiasi ingresso dei dem: «La mia maggioranza è solida, ma con il Pd si può collaborare». Ma la vera partita è per il 2021. Se Raggi, come vuole, otterrà la ricandidatura (detto che non c'è proprio la fila tra i grillini per correre in Comune) inizieranno le contorsioni dei dem. Come è scontato il Pd presenterà una sua candidatura. I nomi che circolano in queste ore vanno dalla consigliera regionale Michela Di Biase (moglie del ministro Dario Franceschini) a Carlo Calenda. Anche se l'europarlamentare è uscito dal Pd (per fondare poi Siamo europei) in polemica per l'intesa con i pentastellati, dal Nazareno trapela un certo entusiasmo verso questa ipotesi. Ovviamente immaginare un accordo Raggi-Calenda per sostenersi a vicenda nel caso uno dei non riesca ad andare al ballottaggio con il candidato del centrodestra sembra fantascienza, ma è uno scenario.
La svolta a sinistra impressa da Grillo al Movimento, nonostante le frenate di Di Maio («non siamo di destra né di sinistra») ormai è destinata a creare dove sarà possibile nuovi schemi di gioco. Ma a Roma come si comporterà il Pd? Inizierà a chiudere un occhio su questi anni pentastellati in virtù di una possibile convenienza tutta da testare alla prova del voto? E non c'è il rischio che alla fine anche i dem vengano trascinati per osmosi nelle critiche dei romani alla giunta M5S con evidente autogol? Dal Nazareno dicono: per noi il giudizio su Raggi è negativo e fallimentare e ogni giorno lo diciamo. Non a caso dopo l'aggressione alla Iena è uscito subito il capogruppo dem in Comune Giulio Pelonzi: «Raggi chieda scusa per l'aggressione a Roma». Nel senso di Filippo, la Iena. Ma il volontario doppio senso è stato cercato. Dal Pd sono sicuri, inoltre, che comunque Raggi arriverebbe terza e sarebbe fuori dai giochi. La partita è appena iniziata, ma le contorsioni nei dem restano, proprio perché anche solo l'idea di sembrare morbidi con la sindaca, gonfierebbe le vele a IV di Renzi che si è presentata sabato nella Capitale. Tanto che la direzione cittadina del Pd, mercoledì, potrebbe votare una mozione anti-Raggi (mentre il segretario dem di Roma, Andrea Casu, ex renziano, è sempre più in bilico). Prima o poi tutte queste storie sono destinate a incrociarsi con effetti ancora da ponderare. E la sindaca guarda sempre di più ai temi emotivi di sinistra: ieri dal palco ha parlato di accoglienza e sfida climatica, dopo aver passato la mattina con Ilaria Cucchi. «Vedrete una Virginia molto più consapevole e ancora più attenta al sociale». Basterà al Pd?
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