Allarme rifiuti a Roma, Raggi vuole il commissario, il governo dice no

Allarme rifiuti a Roma, Raggi vuole il commissario, il governo dice no
«Un commissario per gestire la situazione dei rifiuti nella Capitale». Fu la prima richiesta, raccontano in Comune, che la sindaca Virginia Raggi fece al ministro...

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«Un commissario per gestire la situazione dei rifiuti nella Capitale». Fu la prima richiesta, raccontano in Comune, che la sindaca Virginia Raggi fece al ministro dell’Ambiente Sergio Costa, appena si insediò sei mesi fa il governo del cambiamento. Il generale dei carabinieri, in quota M5S, invece sta puntando su un’altra strada: quella della cabina di regia. Ora, dopo l’incendio all’impianto Tmb del Salario di martedì scorso, dal Campidoglio sono pronti a ritornare all’assalto.


L’idea piace molto nel Movimento 5 Stelle e circola anche tra gli amministratori dei Municipi, dove si devono sopportare le proteste dei cittadini infuriati per i marciapiedi ricoperti di spazzatura. Ad esempio la grillina Katia Ziantoni, assessore M5S all’Ambiente del VI (Tor Bella Monaca, grande Parma) lo dice apertamente: «Dichiarare l’emergenza, dopo quello che è successo, sarebbe un atto dovuto». Anche tra qualche consigliere regionale pentastellato l’idea circola, perché c’è la consapevolezza che senza poteri speciali i rifiuti resteranno sempre per strada ora che manca un impianto. Ma la linea del governo sembra non cambiare, nonostante il rischio emergenza sia dietro l’angolo, soprattutto in vista del Natale, periodo in cui storicamente Roma va in sofferenza nella raccolta dei rifiuti. Per Raggi un commissario nominato da un governo amico sarebbe una mano non da poco: le toglierebbe di mezzo l’interlocuzione complicata con la Regione (guidata dal dem Nicola Zingaretti) e avrebbe la certezza di guidare in maniera snella tutti i processi. Soprattutto ora che l’impiantistica sta entrando in sofferenza. Sono in molti i parlamentari M5S a spingere su questa soluzione, non c’è solo il Campidoglio. Il deputato Francesco Silvestri non può che dire «magari».

I DUBBI 
Ma il timore di Palazzo Chigi è che l’effetto mediatico di un commissariamento possa trasformarsi in un boomerang per un’amministrazione comunque guidata dal M5S. E così Costa vuole procedere con le maniere soft: cabina di regia per risolvere lo smaltimento e poter dire, in caso di operazione compiuta, che alla fine ha portato a caso il risultato. La discussione è in atto. E non sono esclusi colpi di scena. Saranno le immagini della città a partire dalla prossima settimana a spostare le intenzioni del governo.

Anche se al momento la linea non cambia: niente commissario. Rimangono però sul tavolo, anzi per strada, i problemi quotidiani. Ieri c’è stata una telefonata tra Costa e Massimiliano Valeriani, assessore regionale ai rifiuti. Sono stati rimessi in fila gli impianti che si possono usare nel Lazio per sopperire alla mancanza dell’impianto di trattamento andato a fuoco. La Raggi ha scritto una lettera proprio ai componenti della cabina di regia per avere chiarimenti, ma la verità che da lunedì ci sono 300 tonnellate di rifiuti che rischiano di non avere destinazione. Inoltre la sindaca non ha ancora scritto la lettera che il presidente della Regione Abruzzo, Lolli, ha chiesto per accettare altri rifiuti laziali.


Formalmente l’accordo è tra regioni, ma la tesi del presidente abruzzese è che serve anche una presa di responsabilità della sindaca che invece, paradossalmente, ha preferito scrivere un post di ringraziamento a Chiara Appendino, sindaco di Torino disponibile ad aiutare Roma. Peccato che un sindaco non possa accettare i rifiuti di un’ altra Regione e che nell’inceneritore torinese, tra l’altro, non ci sia spazio.
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Il Messaggero