Reddito di cittadinanza, chiamata per 120 mila famiglie: c’è il rischio sanzioni

Sono in partenza dai centri per l’impiego le prime telefonate ai componenti delle famiglie che hanno avuto accesso al reddito di cittadinanza ad aprile e che risultano...

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Sono in partenza dai centri per l’impiego le prime telefonate ai componenti delle famiglie che hanno avuto accesso al reddito di cittadinanza ad aprile e che risultano immediatamente attivabili. Ai beneficiari del sussidio viene comunicata la data delle convocazione in sede a partire da oggi. Finito il concorsone per i navigator, entra così nel vivo la fase 2 del reddito di cittadinanza dopo una fase 1 piuttosto travagliata per via dei bassi importi erogati su molte delle card in circolazione e del numero delle adesioni in lenta crescita. Il timore che qualcos’altro vada ancora storto è elevato tra i vertici del Movimento 5 Stelle. La chiamata riguarderà 120 mila nuclei, il 24 per cento della platea iniziale di beneficiari. I percettori del bonus saranno convocati nei centri per l’impiego in modo da poter avviare la procedura che porterà finalmente alla sottoscrizione dei famosi patti per il lavoro. Procedura che a dirla tutta avrebbe dovuto prendere il largo già a maggio, ovvero entro 30 giorni dal riconoscimento del beneficio come stabilito dalla legge.


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LE PENALI
Chi non si presenterà all’appuntamento andrà incontro a sanzioni severe e rischierà persino di perdere il sussidio. Considerato che circa un terzo dei beneficiari attivabili ha ricevuto sulla propria card una somma mensile inferiore a 300 euro, non sono escluse defezioni. Dopo aver ricevuto il reddito di cittadinanza per tre mesi senza dover fare nulla in cambio, per i percettori del sussidio pentastellato che hanno avuto accesso al beneficio ad aprile è arrivato dunque il momento di rimboccarsi le maniche. Circa 120 mila famiglie, sulle oltre 480 mila a cui ad aprile è stato riconosciuto il diritto al sussidio di marca grillina, verranno convocate nei centri per l’impiego nei prossimi giorni affinché i componenti del nucleo considerati arruolabili vengano indirizzati verso un percorso di reinserimento occupazionale tagliato su misura. Il 76 per cento della platea iniziale di beneficiari risulta invece destinatario di misure di inclusione sociale o della pensione di cittadinanza e perciò non ha obblighi di attivazione lavorativa. Previste pene severe per i furbetti: verrà sospesa l’erogazione del bonus per un mese a chi non si presenterà nei centri per l’impiego il giorno della convocazione. Chi darà buca una seconda volta dovrà rinunciare invece a due mensilità del reddito di cittadinanza.


Dopo tre appuntamenti mancati, il diritto al beneficio verrà revocato. Ma si subiranno decurtazioni anche nel caso in cui, in seguito alla convocazione e all’avvio del percorso di reinserimento occupazionale, uno solo dei componenti ritenuti attivabili del nucleo familiare non partecipi alle iniziative di orientamento e ai progetti indicati dagli operatori del centro per l’impiego. Si temono defezioni a causa dei bassi importi erogati. Secondo i dati sull’entità dei versamenti comunicati dall’Inps, tra le famiglie chiamate a sottoscrivere i primi patti per il lavoro ce ne sono quindicimila che hanno ottenuto una card con una dotazione mensile pari o inferiore a 100 euro. Altre diecimila ricevono un sussidio compreso tra i 100 e i 200 euro. Più di cinquemila quelle a cui è stato riconosciuto un plafond di spesa tra 200 e 300 euro. In tutto, perciò, ammontano a circa trentamila i nuclei che percepiscono meno di 300 euro al mese: per loro il gioco potrebbe non valere la candela. Inoltre, i beneficiari del reddito di cittadinanza in procinto di ricevere la telefonata dei centri per l’impiego non troveranno ad accoglierli i famosi navigator. I primi 2.980 classificati al concorsone svoltosi nella Capitale in questi giorni non entreranno in pista prima di agosto, considerato che a luglio dovranno seguire un corso di formazione intensivo della durata di due settimane e poi superare un ulteriore test per ottenere la certificazione dell’Anpal senza la quale non possono operare.

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