Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, è convinto che la trattativa con l’Europa andrà a buon fine. Nella sua informativa di ieri in Parlamento ha...
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Sulle pensioni, tuttavia, nei due anni successivi la spesa prevista è maggiore di quella indicata fino ad oggi nei documenti di bilancio: invece di 7 miliardi, nel biennio successivo ne servirebbero 8. Siccome pensioni e Reddito sono “vasi comunicanti”, il rischio concreto è che i risparmi sul sussidio vadano a finanziare le uscite anticipate. Per scongiurare questa evenienza al capitolo pensioni verrebbero ascritti i risparmi per il cosiddetto «raffreddamento», il mancato adeguamento totale degli assegni all’inflazione. Ai tavoli tecnici, dopo un lavoro di limatura complesso, si sarebbe riusciti ad arrivare ad un deficit di 2,05-2,08%. Un risultato per raggiungere il quale è stato fatto un lavoro extra sul lato dei tagli alla spesa, dai quali potrebbe arrivare una dote di due miliardi di euro. La Lega preme per rafforzare la Web Tax, su cui M5s frena. E per rafforzare la discesa nel 2020 e nel 2021 c’è anche l’idea di far scattare del tutto gli aumenti Iva (ora parzialmente disinnescati), rinviando alla prossima manovra un eventuale blocco. Ma niente viene dato per acquisito e non tutte le riserve sarebbero state sciolte. Soprattutto i leghisti avrebbero paventato al premier il rischio che andando ad incidere sulle uscite pubbliche, si rischierebbe di alimentare un circolo vizioso che potrebbe accelerare le spinte recessive.
PARIGI IN SOCCORSO
Lo stesso Salvini, anche considerando che i moti francesi dei gilet gialli potrebbero indurre la Commissione ad atteggiamenti più morbidi, avrebbe insistito per tenere ferma l’asticella del deficit al 2,2%. Anche perché il governo Macron sarebbe ormai proiettato verso un indebitamento del 3,4-3,5%, non solo fuori dai tetti del fiscal compact, ma anche da quelli più stringenti di Maastricht. Sul deficit italiano invece, la distanza non è enorme. Insomma, Conte potrebbe avere il via libera politico da parte di Matteo Salvini e Luigi Di Maio, a portare sul tavolo europeo un disavanzo di poco superiore al 2%. Si vedrà se basterà per convincere la Commissione a non avviare la procedura nei confronti dell’Italia. Ieri sulla riforma «Quota 100» delle pensioni sono intervenuti anche il presidente dell’Inps Tito Boeri e Alberto Brambilla, l’esperto che ha collaborato con la Lega alla stesura della proposta sulle uscite anticipate inserita nel programma delle elezioni politiche.
LE SIMULAZIONI
Boeri ha sostenuto che l’Inps ha prodotto più di 100 simulazioni su «Quota 100», e tutte hanno restituito una spesa superiore ai 6,7 miliardi di euro. Brambilla ha messo sul tavolo una proposta di prepensionamento con una corsia preferenziale per coloro che hanno almeno quota 104, sostenendo che la sua idea era una di quelle scrutinate dal governo. Ma dalla Lega hanno bollato l’iniziativa dell’ex sottosegretario al lavoro come una «iniziativa personale».
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Il Messaggero