Coronavirus, 229 turisti (3 infetti) portati a Roma: nessuno ha avvisato, la scoperta dopo 4 giorni

 Da lunedì, in un hotel di Roma, ci sono 229 passeggeri di una nave di crociera e tre di loro sono positivi al coronavirus. Nessuno, fino a venerdì, aveva...

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 Da lunedì, in un hotel di Roma, ci sono 229 passeggeri di una nave di crociera e tre di loro sono positivi al coronavirus. Nessuno, fino a venerdì, aveva avvertito la Asl e la Regione Lazio. Come è possibile? Ricostruiamo la storia.


TENSIONE
«Questi devono andare via subito da Roma!». La mail dell’assessore alla Sanità del Lazio, Alessio D’Amato, inviata a uno dei dirigenti della Protezione civile, Luigi D’Angelo, ha i toni aspri. C’è poi stata una telefonata chiarificatrice con il capo della Protezione civile, Angelo Borrelli, è stato trovato un accordo e c’è stata una virtuale stretta di mano pacificatrice, ma la tensione per molte ore è stata altissima. 

Civitavecchia, la Costa Diadema fa rotta verso Marsiglia

Bisogna tornare indietro a lunedì sera quando a Roma, in un hotel in zona Collatina arrivano decine di van neri, scendono 229 persone e da quel momento passano le loro giornate nelle stanze della struttura. All’Asl e all’assessorato regionale alla Sanità non ne sanno nulla, nessuno li ha avvertiti.
Venerdì però arriva una telefonata da un funzionario dell’ambasciata britannica che chiede informazioni sui suoi connazionale. Solo allora D’Amato e i dirigenti dell’Asl Roma 2 scoprono che in quell’hotel erano stati portati 229 passeggeri della nave da crociera Costa Luminosa. Sono in gran parte britannici, ma anche australiani e neo zelandesi.
 

TRATTATIVA
«Incredibile, la Protezione civile non ci aveva avvertito - s’infuria D’Amato - lo abbiamo scoperto per caso. L’Asl è andata all’interno a effettuare i primi 30 tamponi e 3 sono risultati positivi, uno in particolare è in condizioni più gravi e lo abbiamo ricoverato al Policlinico Tor Vergata». La nave era attraccata a Savona ma i passeggeri sono stati spediti un centinaio a Pisa, 229 in un hotel di Roma, senza che ancora siano stati organizzati i voli di rimpatrio. «Vi pare possibile? - dice D’Amato - noi facciamo i salti mortali per aprire nuovi posti di terapia intensiva, per farei tamponi, per intervenire nelle case di riposo e nelle Rsa, e questi ci mandano senza dirci nulla 229 potenziali positivi senza dirci nulla. 

Borrelli ora ha compreso il nostro disagio e lo ringrazio». Nella telefonata con Borrelli si trova un accordo: per tutti gli altri ospiti dell’hotel i test saranno eseguiti dalla sanità militare mentre subito saranno forniti i piani di volo per il rimpatrio dei passeggeri della nave da crociera nei rispettivi paesi di origine. Resta un’incognita: se saranno trovati altri pazienti positivi, andranno a pesare sul sistema sanitario laziale che ad oggi già conta 2.181 pazienti attualmente contagiati e 133 ricoverati in terapia intensiva.

L’ALTRO CASO
Ma il tema delle crociere, che in questa pandemia si sono rivelate un nervo scoperto a partire dal caso della Diamond Princess in Giappone, ha fatto esplodere un altro caso, ma a Civitavecchia. Alla Regione Lazio è stato chiesto di farsi carico dell’equipaggio di un’altra nave di crociera attraccata da una settimana al Porto di Civitavecchia. Si tratta della nave Msc Grandiosa, con a bordo 400 membri dell’equipaggio di origine indiana e indonesiana e già 12 positivi.

«Noi siamo pronti a inviare personale sanitario all’interno per aiutare i positivi - osserva l’assessore Alessio D’Amato - però non possiamo ospitare a Roma tutti i 400, siamo sotto pressione. Se la compagnia navale organizza i voli di rimpatrio, con il via libera dei paese di destinazione, siamo disponibili a organizzare i cordoni sanitari. Altro non possiamo fare». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero