Alitalia, ultimatum dei commissari: «Trattiamo noi oppure si chiude»

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ROMA «La lettera individua alcuni elementi della futura offerta integrata che meriterebbero l’avvio di un immediato confronto con l’organo commissariale, posto...

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ROMA «La lettera individua alcuni elementi della futura offerta integrata che meriterebbero l’avvio di un immediato confronto con l’organo commissariale, posto che così come rappresentati comportano oneri per la procedura già oggi sicuramente insostenibili e comunque in assoluto difficilmente accettabili nell’ambito di un equilibrato rapporto contrattuale». I commissari di Alitalia, nell’accordare più tempo a Fs e Atlantia per costituire il consorzio assieme a Delta e definire l’offerta definitiva, vogliono però giocare un ruolo attivo nella trattativa che si sta dilatando oltre misura, arrivando alla settima proroga. Il confronto «potrebbe contribuire a ridurre sia il tempo oggi indicato da Fs per la conclusione del confronto interno tra i partner (8 settimane, ndr) sia i tempi di attuazione delle prime misure previste dal piano industriale definitivo».


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Nella missiva di 11 pagine inviata ieri sera a tarda ora al Mise, che il Messaggero è in grado ricostruire presso fonti del ministero di Via Veneto, Enrico Laghi, Stefano Paleari e Daniele Discepolo spiegano di voler affiancare i partner per due motivi principali: «Ridurre i tempi della successiva negoziazione sulle conseguenti variazioni da apportare al contratto modificato, in caso di positiva conclusione del confronto, ovvero, di acquisire da parte dell’organo commissariale e del ministero vigilante la anticipata consapevolezza della immodificabilità da parte dell’offerente di tali elementi dell’offerta integrata e poter quindi valutare tempestivamente e compiutamente le eventuali iniziative da assumere».

FABBISOGNO IN AUMENTO
Il coinvolgimento dei commissari «potrebbe agevolare il superamento di alcuni dei punti ancora aperti nei rapporti tra Fs e gli altri partner, anche con una loro più corretta perimetrazione, stante l’approfondita conoscenza diretta maturata dall’organo commissariale delle problematiche gestionali delle Società in amministrazione straordinaria». Inoltre una interlocuzione più diretta ed efficace «potrebbe consentire di meglio focalizzare alcune tematiche inerenti i profili comunitari dell’operazione». I commissari chiedono dunque al Mise di concedere la proroga a Fs che deve formulare l’offerta integrata prima delle otto settimane in modo da arrivare al closing definitivo entro marzo 2020, atteso che per la firma anche degli accordi sindacali servono 120 giorni. Per poter gestire le società in procedura, i commissari chiedono però al Mise «risorse a titolo oneroso per un importo non inferiore a 400 milioni». Secondo loro, l’esame della missiva di Fs, della Nota e della lettera di Atlantia allegate alla stessa «consente di ritenere che Fs ed i partner da essa individuati abbiano effettivamente ulteriormente progredito nello studio dell’operazione, così da poter rappresentare non solo una più centrata stima dei fabbisogni iniziali di cassa (da realizzare prevalentemente attraverso apporti di equity nella Newco) ma altresì di poter indicare gli elementi fondanti del Piano Industriale Definitivo ed i presupposti e le condizioni valutati ai fini dell’Operazione». Quindi il partner industriale deve essere Delta. «Pur non sottovalutando la rilevanza dei punti ancora aperti, gli stessi appaiono essere ragionevolmente destinati ad una positiva conclusione».

In ogni caso, Laghi, Paleari e Discepolo si dicono «sconcertati per una evidente originaria sottovalutazione della complessità dei temi da affrontare e dei tempi necessari al loro superamento, ove solo si consideri che ancora il 15 settembre 2019 veniva indicata dall’offerente la data del 31 ottobre per la conclusione dei residui necessari approfondimenti e la presentazione dell’Offerta Integrata». E’ vero che si è fatta avantiLufthansa, ma la sua lettera «non può giustificare una così ampia dilatazione temporale, che acuisce la situazione di incertezza in cui si trovano le Società in amministrazione straordionaria». Ieri il premier Giuseppe Conte ha di nuovo auspicato che «questa operazione vada in porto, che sia un’operazione di mercato, sostenibile, industriale e che rilanci il nostro turismo». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero