«Sono profondamente pentito di quello che ho fatto. È stato un gesto dettato dalla rabbia e dalla disperazione perché le volpi quest'anno mi hanno ucciso...
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«Non è un gesto giustificabile e chiedo perdono anche per aver condiviso il video - spiega il pastore - io lo volevo cancellare ma poi è andata così. Da tre giorni non dormo per questa storia. Voglio anche precisare che è stato uno sbaglio fatto da me e non dall'intera categoria di pastori. Ho colpito la volpe - ricostruisce - con la prima cosa che mi è capitato vicino. È stato un errore gravissimo ma sono pronto a sedermi intorno a un tavolo con i forestali e con gli ambientalisti perché quello delle volpi da noi è un problema da risolvere».
All'attacco la Lega anti vivisezione (Lav). «Il responsabile deve essere condannato con tutte le aggravanti - dichiara Roberto Corona della Lav di Cagliari - Contrastiamo a tutti i livelli questa cultura incapace di riconoscere il diritto di vivere delle altre specie. Ci vuole una nuova visione etica e non violenta nella gestione del rapporto con i selvatici e tutti gli animali in generale. La Regione Sardegna deve assumersi le proprie responsabilità e iniziare a condannare questi atti incivili anziché considerare gli animali causa di problemi che si risolvono con l'abbattimento, come volpi, cinghiali, daini, cornacchie. La nostra fauna selvatica - chiarisce - deve essere tutelata e salvaguardata e non condannata a morte». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero