Parlamentari, negli ultimi giorni altri 20 hanno cambiato casacca: 566 casi in cinque anni

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La mobilità tra i parlamentari non si ferma neanche sotto le feste. Sulla dead line della legislatura, sciolta giovedì scorso dal presidente Sergio Mattarella, ci...

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La mobilità tra i parlamentari non si ferma neanche sotto le feste. Sulla dead line della legislatura, sciolta giovedì scorso dal presidente Sergio Mattarella, ci sono stati 20 cambi di casacca tra Camera e Senato. Spostamenti sintomo anche della fibrillazione in viste delle elezioni politiche del prossimo 4 marzo.


Da inizio legislatura, come rileva uno studio Open Polis, sono diventati così 566 i cambi di gruppo, portati a termine da 347 parlamentari, il 35,53% degli eletti. Montecitorio ha totalizzato 313 cambi di gruppo, con 207 deputati coinvolti, il 32,86 del totale. Al Senato invece gli spostamenti sono stati 253, con 140 senatori transfughi (il 43,57%).

Il movimentismo che ha caratterizzato Camera e Senato nel mese di dicembre è legato innanzitutto alle elezioni di marzo. Nell'ultimo mese della legislatura infatti diversi nuovi schieramenti sono entrati in Parlamento. Protagonista assoluta è stata la nuova "quarta gamba" della coalizione di centrodestra: "Noi con l'Italia". Formazione nata il 19 dicembre e composta da numerosi partiti già esistenti come Direzione Italia di Daniele Capezzone e Scelta Civica di Enrico Zanetti. Tra i promotori anche Idea di Gaetano Quagliariello.

Per essere esenti dall'obbligo di raccolta firme il gruppo di Scelta Civica-Ala-Maie alla camera dei deputati, costituito il 13 ottobre 2016, ha cambiato nome in Noi con l'Italia-Scelta civica-Maie. Allo stesso tempo, il gruppo di Alternativa popolare ha aggiunto al suo nome quello del neonato movimento di centro.

Altra realtà che è entrata sia a Montecitorio che a Palazzo Madama è Liberi e uguali. La compagine di centrosinistra guidata da Pietro Grasso si è aggregata ai pre-esistenti gruppi alla camera e al senato di Articolo 1-Mdp e di Sinistra Italiana-Sel-Possibile, che hanno entrambi aggiunto al proprio nome la dicitura Liberi e uguali. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero