Trump incriminato per il caso della pornostar Stormy Daniels. L'ex presidente Usa deve affrontare 30 capi d'accusa di frode aziendale

«Daniels pagata per il silenzio». Lui: «Non mi vogliono far ricandidare»

NEW YORK - Ieri mattina alcuni newyorchesi dall’occhio lungo hanno notato che la polizia stava montando le barricate davanti al palazzo di giustizia e davanti alla Trump...

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NEW YORK - Ieri mattina alcuni newyorchesi dall’occhio lungo hanno notato che la polizia stava montando le barricate davanti al palazzo di giustizia e davanti alla Trump Tower sulla Quinta Avenue. Nelle prime ore del pomeriggio la ragione è diventata chiara: l’ex presidente Trump era stato incriminato - primo nella storia - per il suo ruolo nell’organizzazione di pagamenti segreti fatti a una pornostar durante la sua campagna elettorale del 2016.  Trump deve affrontare oltre 30 capi di accusa di frode aziendale nell'inchiesta da parte della procura di Manhattan. Lo riferiscono due fonti a conoscenza del caso alla Cnn. L'ex presidente potrebbe consegnarsi alle autorità di Manhattan martedì prossimo per la formalizzazione delle accuse a suo carico dopo l'incriminazione nel caso Stormy Daniels. Lo riferisce al New York Times uno dei suoi avvocati, Susan R. Necheles.


 

Stormy Daniels, chi è la pornostar che minaccia Trump. Dagli abusi ai riflettori mondo, pagata per il silenzio nel 2016

 

Trump incriminato per il caso Stormy Daniels

Ieri sera i capi di incriminazione erano ancora sotto sigillo, e non si conoscevano i particolari della decisione del gran giurì, il rinvio a giudizio verrà reso pubblico dal procuratore distrettuale di Manhattan, Alvin Bragg, nei prossimi giorni. E Trump, che ha negato qualsiasi illecito e ha attaccato l’incriminazione come un «attacco al nostro Paese, una persecuzione politica per impedirmi di vincere le presidenziali», dovrà presentarsi alle autorità di New York la prossima settimana. «Questa caccia alle streghe contro di me si ritorcerà contro Biden», le prime parole del tycoon. «Bragg è stato scelto e pagato da George Soros ed è vergognoso. Invece di fermare l’ondata di criminalità senza precedenti che ha travolto New York – scrive Trump in un lungo comunicato – sta facendo il lavoro sporco di Joe Biden».

 

 

Quando si costituirà - e lo farà, ha confermato il suo avvocato - in quanto ex presidente, Trump sarà accompagnato dagli uomini del servizio segreto. Tuttavia, come tutti i comuni cittadini, dovrà essere fotografato e gli verranno prese le impronte digitali. Verrà ascoltato da un giudice per la formalizzazione dei capi di accusa, e allora dovrà dichiararsi colpevole o innocente, ma è praticamente certo che verrà subito rilasciato sulla parola. Lui stesso aveva scritto un messaggio sul suo social, Truth, il 18 marzo per sostenere che stava per essere arrestato, e questo annuncio ha mobilitato la sua base che lo ha coperto di contributi, raggiungendo la cifra record di un milione e mezzo di dollari in 48 ore. Poi i giorni sono passati e il gran giurì è stato messo in vacanza oggi per un mese sia per la Pasqua che per il Passover, la pasqua ebraica. È sembrato che la tempesta fosse stata allontanata, tanto che lui aveva di nuovo scritto un messaggio elogiando i giurati che «si erano rifiutati di obbedire» alle richieste di Bragg.

 

 

LE INCHIESTE
Trump è al momento oggetto di varie inchieste, due penali al livello statale, due civili sempre al livello statale e due federali. Questa di New York è la prima che giunge al traguardo, e che segna un primato storico: è la prima volta che un presidente o ex presidente viene incriminato. Alla base di questa inchiesta ci sono i soldi in nero che a due mesi dalle presidenziali del 2016 Trump fece giungere alla diva porno Stephanie Clifford, in arte Stormy Daniels, e alla modella Karen McDougal. Alla prima i soldi arrivarono tramite l’allora avvocato e faccendiere di Trump, Michael Cohen, che le consegnò 130 mila dollari in cambio del silenzio sulla relazione che risaliva al 2006. Alla seconda i soldi arrivarono tramite il direttore del National Inquirer, una rivista scandalistica che per favorire amici e potenti usava il metodo del “catch and kill”, comprare storie in esclusiva per poi metterle nel cassetto e quindi tacitare per sempre la persona che faceva l’accusa.


I SOLDI


Almeno sui soldi alla Daniels sappiamo che l’accusa punta sul fatto che furono prelevati dalle casse dell’azienda Trump Organization e poi detratti dalle tasse come “spese legali”. Oltre a questo reato minore, ci sarebbe anche il fatto che un finanziamento sottobanco per mettere a tacere un possibile scandalo di fatto si risolveva nell’acquisto di un vantaggio elettorale per Trump e uno svantaggio per la sua rivale Hillary Clinton e quindi era una violazione del finanziamento elettorale. Sono molti gli analisti legali negli Usa a pensare che delle sei inchieste sul capo dell’ex presidente, questa è la più debole. Nel partito democratico per di più si sarebbe preferito che ad andare avanti fosse stato il procuratore indipendente Jack Smith, un super partes, che conduce le due inchieste federali, piuttosto che il procuratore di New York Alvin Bragg, che è un democratico e può apparire di parte. 

 

 

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Il Messaggero