Forte scossa di terremoto di magnitudo 6.3 nel centro delle Filippine con epicentro a 40 km di profondità, ad 1,4 km dal centro di Gutad e a 23 km dalla cittadina di San...
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Terremoto in Messico di magnitudo 5.4, paura anche nella capitale
Terremoto, scossa di 3.3 a Catania: «Sentito dalla popolazione fino a Siracusa»
Un palazzo è venuto giù nella città di Poroc uccidendo tre persone mentre in nel crollo di un altro edificio a Lubao sono rimaste uccise un'anziana donna e la nipote. Lo riferiscono i media locali.
Sotto le macerie di una palazzina e di un centro commerciale ci sono ancora persone vive, intrappolate: «I soccorritori ci dicono che si sente gente gridare, che implora di essere salvata», ha dichiarato la governatrice della provincia di Pampanga, a nord-ovest di Manila, Lilia Pineda. Calata la notte, i soccorsi continuano, ma il lavoro è difficile perché manca la corrente elettrica e si cerca un generatore per poter entrare fra le macerie.
Il potente sisma ha creato smottamenti, ha danneggiato una chiesa barocca del Seicento a Lubao, ha bloccato le ferrovie dell'isola di Luzon e l'aeroporto Clark, alle porte di Manila. Ma è soprattutto fra gli alti palazzi e ei grattacieli del centro di Manila che si è prodotto il panico e la gente è scesa terrorizzata nelle strade, molte indossando gli elmetti da cantieri forniti dalle struttura locali.
I filmati mostrano i grattacieli che ondeggiano e da diversi di loro - fra questi dei residence di lusso - si vede l'acqua precipitare, come in una spettacolare cascata, dalle piscine sui tetti. Mark, un operaio di 23 anni, racconta: «Ero seduto, quando ha iniziato a muoversi tutto così forte, che mi sembrava di essere in una culla». Altri testimoni raccontano di un movimento «come di onde». Ma la paura fra i filippini è molta e accompagna costantemente un arcipelago che sorge esattamente sull'Anello di fuoco, quella faglia tettonica che circonda l'Oceano Pacifico, unendo in cerchio del terrore il Giappone con la California, l'Indonesia col Cile. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero