Clima, a New York accordo di 66 paesi per zero emissioni entro 2050. Trump arriva a sorpresa

Accordo tra 66 paesi per raggingere le zero emissioni entro il 2050. Questo il primo risultato del summit sul clima partito di New York a margine della 74ma Assemblea...

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Accordo tra 66 paesi per raggingere le zero emissioni entro il 2050. Questo il primo risultato del summit sul clima partito di New York a margine della 74ma Assemblea Generale dell'Onu che si è aperta il 17 settembre. «Sessantasei paesi, 102 città e 93 imprese si sono impegnate oggi a raggiungere zero emissioni entro il 2050», hanno reso noto le Nazioni Unite. Presenti 60 tra capi di Stato e di Governo. Il presidente americano Donald Trump, che sarebbe dovuto essere assente, si è invece presentato a sorpresa al vertice Onu.


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La sopravvivenza di decine di milioni di persone in tutto il mondo - soprattutto nei Paesi in via di sviluppo, e in particolare in Africa - dipende già oggi e dipenderà sempre di più nel prossimo futuro dalla capacità di adattarsi e resistere all'impatto del cambiamento climatico e di eventi sempre più estremi, come siccità prolungate e durissime, alluvioni, cicloni e uragani. Tuttavia, rende noto Oxfam, nei paesi più poveri del pianeta ogni persona, esposta ad un rischio continuo, riceve in media circa 3 dollari l'anno in aiuti utili a mettere in sicurezza sé stessi e le proprie famiglie dalla perdita di raccolti, allevamenti e tutte quelle risorse essenziali da cui ne dipende la sopravvivenza.

I 48 Paesi più poveri del pianeta ricevono da 2,4 a 3,4 miliardi di dollari l'anno in aiuti e finanziamenti diretti a ridurre l'impatto della crisi climatica. Una cifra irrisoria che equivale a meno di 1 centesimo di dollaro al giorno. È l'allarme lanciato oggi da Oxfam, organizzazione che lotta contro le disuguaglianze, in occasione dell'inizio del Climate Summit delle Nazioni Unite a New York, attraverso un nuovo rapporto che pone l'accento in particolare sulla catastrofe climatica che sta devastando il Mozambico e il Corno d'Africa. Un'area già poverissima dove milioni di persone subiscono l'alternarsi e le conseguenze di siccità prolungate e cicloni distruttivi.  


Intanto, dal 20 e fino al 27 settembre, migliaia di persone in tutto il mondo hanno manifestato e manifesteranno per chiedere ai governi azioni concrete contro i cambiamenti climatici. La settimana culminerà venerdì 27 con il terzo Global strike for future, una manifestazione che si terrà in ben 150 Paesi, e che si preannuncia molto partecipata. Ma non sono solo le persone e i più giovani a mobilitarsi. Oggi è in corso a New York il Climate Action summit 2019, il vertice mondiale sul clima dell'Onu, organizzato dal segretario generale della Nazioni Unite António Guterres con l'adesione di 60 Paesi. Obiettivo: intensificare gli sforzi per affrontare la crisi climatica. «La speranza - commenta il direttore scientifico di Kyoto Club, Gianni Silvestrini - è che la pressione delle mobilitazioni dei giovani e dei rapporti sempre più allarmanti del mondo scientifico inducano i governi ad avviare politiche ambientali decisamente più ambiziose. Per evitare di superare la soglia dei 2 °C occorre infatti che gli sforzi di riduzione triplichino a livello globale. Quindi anche l'Italia deve adottare politiche molto più incisive. Speriamo che anche il Vertice sul clima dell'Onu di oggi contribuisca ad accelerare le politiche sul clima e la transizione economica»

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Il Messaggero