Guerra, perché gli aerei russi non colpiscono gli obiettivi? «Mosca non ha soldi per missili a guida automatica»

Guerra, perché gli aerei russi non colpiscono gli obiettivi? «Mosca non ha soldi per missili a guida automatica»
Il grande mistero della guerra in Ucraina è l’assenza dell’aviazione russa. Dall’inizio del conflitto gli esperti militari occidentali si interrogano...

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Il grande mistero della guerra in Ucraina è l’assenza dell’aviazione russa. Dall’inizio del conflitto gli esperti militari occidentali si interrogano sulle ragioni per le quali gli aerei di Putin si vedono molto poco, colpiscono malamente e non svolgono azioni coordinate con le forze di terra, come si fa in ogni offensiva. Anzi, i pochi aerei che volano sono spesso abbattuti dai missili terra-aria forniti agli ucraini dagli Stati Uniti, dalla Slovacchia e da altri paesi amici. Persino alla parata militare sulla Piazza Rossa che ha celebrato il 9 maggio scorso l’anniversario della vittoria sulla Germania l’aviazione era assente. Il Cremlino cercò di giustificare la cosa con le nuvole basse, ma senza convincere nessuno.

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La Russia ha 4000 aerei da combattimento, il più recente dei quali, il Sukhoi Su-34, non ha in teoria niente da invidiare al Boeing F-15 E americano. In Ucraina ne sono stati schierati circa 200, già ampiamente collaudati nelle guerre in Siria e in Cecenia. Possono trasportare 12 tonnellate di bombe e missili e dispongono di un cannone da 30 millimetri. Possono colpire con precisione obiettivi a terra dalla distanza di 10-15 chilometri e da un’altezza di 5-6 mila metri, tenendosi a distanza di sicurezza dai più sofisticati missili terra-aria.
Perché dunque i Su-34 non colpiscono come potrebbero? Quando erano stati presentati erano apparsi aerei molto moderni e pericolosi per il nemico, con innovazioni interessanti come i sedili affiancati per i due piloti, una soluzione mai vista su un caccia. Ma al Pentagono si sono ormai convinti che quella presentazione fosse solo fumo negli occhi, che mostrava sistemi d’arma sofisticati e intelligenti che non sarebbero in realtà mai stati usati né installati sui nuovi aerei.

GLI ESPERTI
I Su-34 impegnati in Ucraina, hanno osservato gli esperti militari come Justin Bronk, del Royal United Services Institute di Londra, utilizzano solo le vecchie bombe stupide che equipaggiavano i Su-25 della generazione precedente. «La maggior parte degli aerei da combattimento ad ala fissa dell’aviazione russa ammassati in giro per l’Ucraina ha solo bombe e razzi non guidati a cui attingere per le sortite di attacco al suolo», ha scritto Bronk in un rapporto. Come nella Seconda guerra mondiale, i piloti devono vedere l’obiettivo da colpire, passarci sopra, sganciare una bomba e cercare poi di tornare alla base senza danni. Per farlo devono volare sotto le nuvole, a quote basse nelle quali diventano facile obiettivo dei missili e dei sistemi di difesa ucraini, basati sugli Stinger americani e sui più sofisticati missili S-300 della Slovacchia, che agganciano 100 bersagli e possono colpirne 30 simultaneamente.

La ragione per la quale la Russia sta usando aerei molto sofisticati come se fossero caccia di mezzo secolo fa è molto semplice: non ha abbastanza soldi per sviluppare i sistemi di guida automatica di bombe e missili, che richiedono una rete di assistenza competente, addestrata e composta da centinaia di persone. Le componenti dei sistemi elettronici provengono inoltre quasi tutte dall’estero e le sanzioni ne hanno di fatto bloccato l’importazione. La corruzione dilagante ha poi fatto in modo che le risorse disponibili venissero sprecate o prosciugate da tangenti e creste sulle voci di spesa. C’è infine la rivalità tra i generali e le diverse componenti delle forze armate, ognuna gelosa dell’altra. L’aviazione vorrebbe avere un ruolo più autonomo, ma lo stato maggiore russo, e anche lo stesso Putin, continuano a essere convinti che le guerre si vincono con la fanteria e i carri armati, a patto che si abbia un numero quasi infinito di soldati da mandare a morire, come avvenne nella Seconda guerra mondiale. Per la fanteria russa, gli aerei sono ancora solo dei cannoni volanti guidati da militari che devono obbedire agli ordini e non usare mai il proprio cervello.

GLI UCRAINI


Gli ucraini invece utilizzano la propria aviazione con molta fantasia, servendosi anche di numerosi velivoli a guida autonoma. Un drone è stato mandato a disturbare i sistemi di difesa dell’incrociatore Moskva prima di lanciargli contro due missili Neptune: è solo un esempio di quello che i russi, prigionieri della loro rigida dottrina di guerra, non potrebbero mai fare. L’Ucraina ha così mantenuto il controllo dei cieli, fondamentale per l’esito della guerra come lo fu la resistenza dei piloti britannici agli aerei della Luftwaffe, «quei pochi a cui mai nella storia così tanti dovettero così tanto», per citare le parole di Winston Churchill, più attuali che mai.
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