G7, i Paesi emergenti e il piano per l'energia pulita. Draghi: stop all’inflazione o rischiamo il populismo

Disco verde a 600 miliardi di investimenti per infrastrutture in Paesi in via di sviluppo. Il premier insiste sul tetto al gas: è un obiettivo economico e politico

G7, battaglia sull'orao: quattro paesi vieteranno le esportazioni russe. L'Ue pronta a inviare più armi a Kiev
«Quando le democrazie dimostrano quello che possono fare insieme, non c’è partita». Il presidente Usa Joe Biden suona la carica durante il primo giorno di...

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«Quando le democrazie dimostrano quello che possono fare insieme, non c’è partita». Il presidente Usa Joe Biden suona la carica durante il primo giorno di lavori del G7 sotto presidenza tedesca a Schloss Elmau, tra le alpi bavaresi, dedicato alle sfide globali. E annuncia che le sette principali economie della terra stanzieranno 600 miliardi di dollari nei prossimi cinque anni per sostenere investimenti infrastrutturali sostenibili nei Paesi a basso e medio reddito in giro per il mondo, con un focus particolare sull’energia pulita. E del resto è inevitabile che il dossier energetico sia tra quelli tenuti maggiormente in considerazione già all’inizio della tre giorni tedesca. Non solo perché riguarda la tenuta economica globale, ma anche per i numerosi risvolti sociali. Un allarme lanciato da Mario Draghi che, nelle sessioni di lavoro a porte chiuse ha chiarito ai suoi “colleghi” come intervenire troppo tardi nelle misure di sostegno all’economia può dare slancio al ritorno dei populismi. Il rischio è che l’impennata dell’inflazione e la crisi derivata dal conflitto ucraino, travolga le economie occidentali. In altri termini bisogna «evitare gli errori» del passato - quelli già visti con la crisi finanziaria del 2008 - ha ammonito proprio mentre in una Garmish blindata esplodeva la protesta del mondo noglobal. Il riferimento del premier è ai prestiti a tasso agevolato chiesti già a gran voce in Europa e al pari del tetto al prezzo del gas. Un tema, quello del price cap sui carburanti fossili acquistati dalla Russia, che il premier ha ribadito essere «un obiettivo geopolitico oltre che economico».

 

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LE TAPPE

Tornando al piano presentato ieri - “Partnership for Global Infrastrutture and Investment” - secondo il disegno di Washington condiviso anche con l’Ue, l’ambizione è rivaleggiare con la Cina e la sua Nuova Via della Seta. Cioè la maxi-strategia con cui il gigante asiatico sta lastricando di finanziamenti esteri le economie in via di sviluppo. Tanto che tra gli ospiti d’onore di questo G7 ci sono pure India e Sudafrica, due Paesi chiave che l’asse occidentale punta ad allontanare dalla sfera d’influenza di Pechino (e anche Mosca). L’iniziativa, lanciata nel giorno in cui i Sette Grandi hanno rinnovato l’impegno a esportare vaccini e a consentire la produzione in Africa, «offrirà progetti rivoluzionari per colmare il divario infrastrutturale nei Paesi in via di sviluppo, rafforzare l’economia globale e le catene di approvvigionamento». Gli Usa metteranno sul tavolo 200 miliardi tra fondi pubblici e privati; agli altri Stati toccherà mobilizzare invece il resto, con l’apporto delle istituzioni finanziarie multilaterali come la Banca mondiale. Un impegno che l’Europa è pronta a prendere, ha confermato la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen, ricordando anche lo stanziamento di 300 miliardi attraverso la strategia Global Gateway: «Il mondo ha bisogno di questi investimenti. Dovremo lavorare uno al fianco dell’altro». 

 

 

 

 

 

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LA TRANSIZIONE

In linea con l’impegno per una transizione verde, la Partnership G7 si focalizza anzitutto sulle energie pulite e sulle tecnologie innovative. Questo non vuol dire abbandonare da subito gli investimenti nelle fonti fossili come il gas, ha ricordato sempre Draghi, ma indirizzarli perché possano essere convertiti all’idrogeno, «così da conciliare le esigenze di breve con quelle di lungo termine», oltre che puntare sulle rinnovabili, in particolare in Africa, «continente che si presta a questo tipo di investimenti». Biden ha pure fornito alcuni esempi di progetti già in atto, sostenuti dal governo federale americano insieme a compagnie private, tra cui le iniziative per lo sviluppo di energia solare in Angola. Ma l’obiettivo di fondo è anche offrire delle alternative occidentali allo strapotere di Huawei sul 5G. «Occorre sviluppare tecnologie sicure in modo che le nostre informazioni online non vengano utilizzate dagli autocrati per consolidare il loro potere o reprimere il dissenso», ha ribadito il leader Usa che - al pari del francese Emmanuel Macron - si è spesso intrattenuto con Draghi durante le pause dei lavori. Sullo sfondo (in attesa dell’intervento del presidente Volodymyr Zelensky di oggi) si è deciso lo stop all’importazione di oro russo che - ha assicurato Biden - costerà a Mosca decine di miliardi di dollari; l’impegno a fornire «sostegno indeterminato» all’Ucraina e, su input italiano, un nuovo tentativo di accelerare lo sblocco del grano nei porti ucraini. 

 

 

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Il Messaggero