Oleksandr Syrskyi, chi è il comandante delle forze ucraine simbolo della controffensiva

«Questa non sarà l’ultima città che libereremo». I suoi proclami ascoltati da tutti

Oleksandr Syrskyi, chi è il comandante delle forze ucraine simbolo della controffensiva
È il comandante delle forze di terra ucraine, l’uomo simbolo della controffensiva che potrebbe cambiare il destino della guerra. In un video diffuso sui social dallo...

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È il comandante delle forze di terra ucraine, l’uomo simbolo della controffensiva che potrebbe cambiare il destino della guerra. In un video diffuso sui social dallo Stato maggiore ucraino Oleksandr Syrskyi è in tuta mimetica e tiene un discorso ai suoi uomini per prepararli alla battaglia. Ed è sempre suo l’annuncio, venerdì scorso, che l’operazione ha avuto successo. Syrskyi si ferma a metà del suo discorso e fa un respiro profondo: «Oggi abbiamo ufficialmente completato l’operazione di pulizia di questa città», afferma. La sua pausa di sospensione tradisce stanchezza, poi la missione del soldato ha il sopravvento: «Questa non sarà l’ultima città che libereremo». E così è stato.

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L'assalto

Balaklija è stata la prima grande città ad essere sottratta all’occupazione russa. Ieri è stata la volta di Izium e Kupiansk, con le milizie del Cremlino in fuga. Non hanno opposto alcuna resistenza, i soldati ucraini hanno visto a terra numerose divise abbandonate dai disertori. Mosca minimizza sostenendo che si tratti di «una riorganizzazione di forze», in realtà è una resa e brucia ancora di più considerati gli sforzi bellici concentrati qui dalle truppe del presidente Valdimir Putin impegnate ad assicurarsi un corridoio verso il Donbas. A guidare l’assalto ucraino nella regione di Kharkiv è stato il generale Oleksandr Syrskyi, già a capo delle truppe di resistenza a Kiev durante la prima fase della guerra a marzo. È stato lui ad avere l’idea dell’attacco verso Kupyansk con l’obiettivo di tagliare dai rifornimenti l’esercito russo ad Izyum e cercare di ottenere il collasso dell’intero fronte. Si è trattato indubbiamente di un piano ambizioso, ma allo stesso tempo ben progettato e perfettamente realizzato, come dimostra il successo. Per contro, sottolineano gli osservatori internazionali, la tattica del comando russo è stata caratterizzata da un elevato tasso di incompetenza che ha impedito ai militari di rendersi conto velocemente di cosa stesse succedendo e cercare di tappare il buco creatosi, spostando velocemente delle riserve a copertura delle zone più vulnerabili prima che gli ucraini fossero in grado di penetrare così in profondità.

I negoziati

Oleksandr Syrskyi ha 57 anni, è nell’esercito ucraino dal 1990 ed è comandante delle forze armate di terra dal 2019. Prima della guerra nel Donbas (2014), ha guidato la 72a Brigata meccanizzata ed è stato promosso a maggiore generale, posizione che lo ha coinvolto direttamente nei processi di cooperazione con la Nato. Da novembre 2013 è stato Syrskyi a negoziare direttamente con l’organizzazione internazionale, per conto del ministero della Difesa ucraino, una serie di modifiche che sono state apportate all’esercito secondo gli standard dell’alleanza transatlantica. Pochi anni dopo, nel 2015, Syrskyi è stato nominato responsabile delle operazioni antiterrorismo in Ucraina ed è al centro delle operazioni nella battaglia di Debaltseve (Donetsk), scontro tra separatisti russi forze armate e le forze armate ucraine. Lì ha guidato i combattimenti a Vuhlehirsk e Ridkodub. Sebbene non riuscisse a recuperare Logninov, controllata dai separatisti, Syrskyi giocò un ruolo decisivo nella battaglia perché fu sotto la sua guida che furono tagliate le possibili vie di accesso attraverso il fiume Karapulka. Grazie a questo ruolo nella battaglia di Debaltseve, gli fu conferito l’onore dell’Ordine di Bohdan Khmelnytsky III. Successivamente è stato promosso tenente generale e ha continuato scalare le gerarchie militari fino a diventare il comandante della fanteria ucraina. A lui viene ora affidato il compito di guidare la controffensiva che potrebbe dettare la prossima fase dell’invasione dell’Ucraina.

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Il Messaggero