Si è concluso con un bagno di sangue di 21 persone e 5 terroristi uccisi l'assalto rivendicato dagli estremisti somali Al-Shabaab e durato diverse ore ad un hotel di...
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L'annientamento del commando è stato annunciato in tv dal presidente Uhuru Kenyatta, che ha indicato in 14 il numero delle «vite innocenti» stroncate nel complesso che ospita l'hotel Dusit, ristoranti, uffici e banche. In serata fonti di polizia hanno parlato di un bilancio ancor più grave, con 21 uccisi. I feriti ricoverati sono almeno 30, ma c'é un cono d'ombra creato da 50 persone ancora date per «disperse».
Kenyatta, nell'annunciare che «tutti i terroristi sono stati eliminati», non ha precisato quanti siano i jihadisti che fino all'alba si erano asserragliati all'ultimo dei sette piani dell'hotel in una nuova azione contro il Kenya che ha una missione militare in Somalia proprio per stanare gli Al-Shabaab dalle loro roccaforti rurali.
«Era un combattente. Sono sicuro che gli ha fatto vedere l'inferno», ha scritto il fratello su Facebook. Spindler lavorava nel complesso ed era seduto in un caffè. E proprio l'immagine di un uomo riverso sul tavolo di un bar, rilanciata da grandi media come New York Time e la tedesca Bild, hanno suscitato critiche di sciacallaggio sui social keniani. Scherzi del destino sono stati anche quelli di un istruttore di tecniche di autodifesa che, dopo essersi distinto per aver salvato persone in un simile attacco che gli al-Shabaab portarono contro un centro commerciale situato meno di due chilometri più a nord sei anni fa, si è prodigato anche ieri guadagnandosi l'appellativo di «supereroe».
Sopravvissuta al Westgate Mall nel 2013 quando era incinta si è salvata anche stavolta una parrucchiera di 28 anni, mentre è morto un noto tifoso che proprio martedì compiva gli anni ed è stato onorato dalla Federcalcio keniana e da un minuto di silenzio in campo. C'è poi la storia di un cameriere che, subito prima dell'attacco, é stato apostrofato da un terrorista con la domanda «Perché uccidete i nostri fratelli in Somalia?» ma é stato risparmiato dalla strage in cui una testimone ha visto uccidere a terra una donna al pian terreno del Dusit.
Poi, rintanata in un bagno, ha passato una notte da incubo udendo spari e implorando un'amica al telefono: «Dimmi che ne uscirò viva». Almeno un terrorista aveva in testa una fascia rossa con la scritta «Rispondiamo al tuo appello, Gerusalemme». Un messaggio il cui significato è stato chiarito oggi dagli stessi Shabaab in un comunicato ufficiale dal titolo «Gerusalemme non apparterrà gli ebrei». L'attacco, affermano le milizie jihadiste, è stato compiuto «per rappresaglia contro la decisione del presidente Usa Donald Trump di riconoscere Gerusalemme capitale di Israele» e in «osservanza con le direttive del leader di al Qaida Ayman al Zawahiri di colpire gli interessi occidentali e sionisti». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero