Iran, la corsa alla costruzione (segreta) di droni svelata dalle immagini satellitari

Un'immagine satellitare della base della Shahed Aviation Industries di Isfahan. Nel cerchio viola l'area interessata dai lavori
Le immagini catturate dai satelliti sono chiare: nella base iraniana della Shahed Aviation Industries, 400 chilometri a Sud della capitale, si stanno...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
159,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
79,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA
ANNUALE
79,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
159,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 6 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

Le immagini catturate dai satelliti sono chiare: nella base iraniana della Shahed Aviation Industries, 400 chilometri a Sud della capitale, si stanno realizzando nuove strutture. E questo, secondo gli osservatori internazionali, porta a pensare che Teheran voglia aumentare la produzione di droni da vendere alla Russia per la guerra in Ucraina. Nella fotografia qui in alto, nella parte cerchiata di viola, in quello che fino a qualche tempo fa era utilizzato come parcheggio (foto qui sotto), si stanno costruendo nuovi edifici. L'Iran ha sempre negato ufficialmente di aver fornito droni kamikaze a Mosca, ma nei fatti l'utilizzo è stato comprovato da più fonti. Non solo. L'Iran avrebbe anche inviato sul terreno, in Crimea, un team di esperti per formare i militari russi all'impiego di queste micidiali armi. 

Un'immagine del 16 settembre 2022 postata su Twitter da The Intel Lab 

Secondo gli Stati Uniti, la Shahed Aviation Industries risponde direttamente alla Forza aerospaziale delle Guardie Rivoluzionarie Islamiche. Droni kamikaze della serie Shahed, in base a quanto riferito sempre da fonti Usa, sono stati utilizzati anche in numerosi attacchi contro infrastrutture civili in Medio Oriente, tra cui l'attacco del 14 settembre 2019 contro le strutture petrolifere di Saudi Aramco, quello del 29 e 30 luglio 2021 contro la nave Mercer Street e quello del 15 novembre 2022 contro la nave Pacific Zircon.

 

Qui sotto, una foto più recente nella quale si vedono i lavori in corso

Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero