Il popolo che contesta la Brexit scende in strada a Londra. Sono più di un milione le persone scese in piazza a Londra nel grande corteo anti Brexit di oggi per invocare un...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
- oppure -
Sottoscrivi l'abbonamento pagando con Google
OFFERTA SPECIALE
Leggi l'articolo e tutto il sito ilmessaggero.it
1 Anno a 9,99€ 89,99€
oppure
1€ al mese per 6 mesi
Rinnovo automatico. Disattiva quando vuoi.
L'abbonamento include:
- Accesso illimitato agli articoli su sito e app
- La newsletter del Buongiorno delle 7:30
- La newsletter Ore18 per gli aggiornamenti della giornata
- I podcast delle nostre firme
- Approfondimenti e aggiornamenti live
Brexit: accordo Ue su proroga al 22/5 con ok Comuni
Record formalizzato, oltre le 4,2 milioni di firme, per la petizione popolare lanciata sul web per chiedere al Parlamento britannico la revoca dell'articolo 50, e quindi lo stop della Brexit, a dispetto del voto referendario di 3 anni fa. Lo riportano i media sulla base dei numeri dal sito di Westminster che segnalano il sorpasso rispetto a un'analoga iniziativa condotta nel 2016 dallo stesso fronte pro Remain per invocare (allora invano) un referendum bis. La notizia arriva nella giornata del grande corteo anti- Brexit in corso a Londra.
L'appello online sembra comunque destinato a essere snobbato dal governo. Revocare la Brexit rappresenterebbe «un'irreparabile danno alla democrazia» Theresa May «non lo consentirà», ha detto una portavoce di Downing Street. La revoca sarebbe «un tradimento» della volontà popolare espressa alle urne nel 2016, ha ribadito ieri la stessa premier in una lettera inviata a tutti i deputati. «Non sta a una petizione cancellare l'esito di un referendum», le ha fatto eco da parte sua il viceministro per la Brexit, Kvasi Kwarteng. Sul valore dell'iniziativa, al di là dei numeri oggettivamente significativi, pesa del resto qualche riserva: risultano infatti conteggiati anche cittadini non britannici e il sito parlamentare che raccoglie le petizioni è stato finora in grado di certificare la residenza nel Regno di meno della metà dei firmatari.
Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero