Mattarella prende tempo: richiamo su conti e spread

Non oggi, forse domani Sergio Mattarella darà l'incarico a Giuseppe Conte, il giurista indicato da Luigi Di Maio e da Matteo Salvini nei due colloqui separati avvenuti...

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Non oggi, forse domani Sergio Mattarella darà l'incarico a Giuseppe Conte, il giurista indicato da Luigi Di Maio e da Matteo Salvini nei due colloqui separati avvenuti sul Colle. Il capo dello Stato si è preso una pausa di riflessione: Conte nei panni di presidente del Consiglio è un epilogo probabile, ma non del tutto scontato. Anche se dal Quirinale fanno sapere che la frenata presidenziale non va considerata come un ostacolo alla nascita del governo gialloverde. Ma un time-out per riuscire a indirizzare il nuovo esecutivo nella direzione giusta. Della serie: adelante cum judicio.


IL NECESSARIO EQUILIBRIO
Mattarella è molto preoccupato. Non per il nome che gli è stato proposto, ma sulla natura del governo in sé, sul suo equilibrio, sulla sua credibilità e autorevolezza. Il Presidente non ha apprezzato le dichiarazioni degli ultimi giorni degli esponenti della Lega e dei 5Stelle. Guarda con allarme lo spread schizzare ai massimi da mesi e la Borsa calare. Così, come un maestro con due alunni un po' troppo vivaci, durante i colloqui il capo dello Stato ha fatto un discorso di verità: a Di Maio prima e a Salvini poi, ha raccomandato di evitare dichiarazioni che possano far fibrillare i mercati. Li ha invitati a non scherzare sui conti pubblici e i vincoli europei. Perché è in gioco la tenuta della nostra economia. E, soprattutto, i «risparmi dei cittadini». Un richiamo che ha sortito effetti immediati: uscendo dall'incontro, perfino Salvini ha usato toni più prudenti del solito, promettendo di abbassare il debito pubblico e di rispettare i vincoli di bilancio.

L'altra questione che allarma Mattarella è il peso, l'autonomia e il ruolo di Conte che deve essere di direzione politica e non di sudditanza verso chi l'ha scelto. Il capo dello Stato non ragiona su ipotesi alternative. Perché a monte del nome del docente di diritto privato, c'è un'intesa della promessa maggioranza 5Stelle-Lega e il Presidente, pur non essendo un notaio, ha grande rispetto per il Parlamento.

Ma a Di Maio e Salvini, Mattarella ha ricordato l'articolo 95 della Costituzione che assegna un ruolo cruciale al premier e non può essere, dunque, un mero esecutore. Ne va rispettata l'autonomia. Nella Carta c'è scritto: «Il presidente del Consiglio dirige la politica generale del governo e ne è responsabile. Mantiene l'unità di indirizzo politico...». In più il premier sarà l'interlocutore e il referente del capo dello Stato. Raccontano sul Colle, Di Maio e Salvini hanno dato al riguardo ampie assicurazioni.

Per far decantare le acque, per permettere ai leader 5Stelle e Lega di meditare sulla lezione, per riflettere a fondo sulla figura di Conte, il Presidente li ha informati che si prenderà un po' di tempo. Non è un segreto, infatti, che avrebbe preferito l'indicazione di un leader politico di peso. Un garante dell'intesa di maggioranza e dell'attuazione del programma. Ma, si diceva, al Quirinale non si ragiona su nomi alternativi. Il rinvio però ha infastidito Salvini, assillato dal timore di un ritorno all'ultimo momento su Di Maio nel ruolo di premier.

Come primo passo della sua pausa di riflessione, questa mattina Mattarella riceverà Roberto Fico e Maria Elisabetta Alberti Casellati. Non si tratta di un diversivo, di un espediente per prendere tempo: la convocazione dei presidenti di Camera e Senato è prevista dalla prassi, in più Fico e Casellati hanno svolto delle consultazioni. Sarebbe perciò irriguardoso, sostengono al Quirinale, prendere decisioni senza averli consultati. Poi, nel pomeriggio, il capo dello Stato andrà a Civitavecchia per assistere alla partenza della Nave della legalità.

LA ROAD MAP
Il giorno dell'incarico a Conte (con riserva) dovrebbe essere domani. Passeranno poi uno-due giorni prima che il premier incaricato sciolga la riserva, accettando l'incarico pieno. Solo allora scatterà l'analisi con Mattarella della squadra di governo.


I nodi da sciogliere sono numerosi. Sul Colle garantiscono che non si è parlato di ministri e non ci veti all'orizzonte. Ma sui dicasteri più delicati, a elevato impatto internazionale come Economia, Esteri e Difesa, Mattarella si farà sentire. Non dovrebbero esserci problemi sull'ambasciatore Giampiero Massolo alla Farnesina, mentre non è altrettanto pacifico l'approdo al Tesoro dell'economista su posizioni anti-euro, Paolo Savona, proposto dalla Lega: questa casella è essenziale per garantire, appunto, equilibrio all'intero esecutivo. In più, andrà chiarito a chi andrà la Difesa: la Lega pretende Interni (Salvini) e Servizi (Giorgetti), ma non viene considerato auspicabile che controlli anche le Forze armate. Così è probabile che questo dicastero vada ai 5Stelle. Il nome accreditato: Elisabetta Trenta.

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Il Messaggero