«Roma è stata fondamentale nella mia formazione. Ho avuto una palestra meravigliosa con le sorelle Fendi, tutte donne. Mi ha aiutato moltissimo quando sono arrivata...
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Dopo la maison Fendi, Valentino e poi la maison Dior per Maria Grazia Chiuri italianissima e romana. Quale confronto con l'universo italico dell'haute couture? «In Italia c'è una vitalità diversa per ciò che concerne la produttività. I francesi sono molto forti sulla promozione dei loro prodotti. Hanno capacità straordinarie e lo fanno in modo eccellente. Ma non si tratta, a mio avviso -ha continuato la stilista, prima donna a dirigere Dior- di un macht di football Francia-Italia. Piuttosto impariamo ad apprendere anche dagli altri. Il nostro è un lavoro che si evolve. Non dobbiamo accontentarci mai. Ma la moda italiana -ha proseguito ancora- non nascondiamolo, è molto più sartoriale.
L'alta moda francese è molto più scenografica. Non voglio rinunciare a nessuna della due cose. Sto provando a metterle insieme spero funzioni». «Ma c'è un'altra differenza -ha sottolineato ancora Maria Grazia Chiuri- in Francia le istituzioni ti facilitano la vita, ti sostengono. Non smetto mai di ripetere che la moda è pop ed ha una audience molto, molto ampia. Oltre 750mila persone hanno visitato la mostra dedicata a Dior a Parigi. Con Silvia Venturini Fendi da anni stiamo provando a poter fare qualcosa a Roma. Non ci siamo ancora riuscite». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero