Coronavirus, il lavoro lungo e difficile per risalire ai contatti. L'esperto: «Riducete gli incontri»

Coronavirus, il lavoro lungo e difficile per risalire ai contatti. L'esperto: «Riducete gli incontri»
È un lavoro lungo e difficile. Basato anzitutto sulla collaborazione delle persone contagiate, quindi sulla pazienza del personale della Asl che in questi giorni di...

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È un lavoro lungo e difficile. Basato anzitutto sulla collaborazione delle persone contagiate, quindi sulla pazienza del personale della Asl che in questi giorni di emergenza sta dando il massimo in ogni settore. Come si risale ai contatti dei contagiati? Quali azioni si mettono in pratica? La prima è che il paziente risultato contagiato viene posto in isolamento. Se la situazione non è grave da richiedere il ricovero in ospedale resta a casa, insieme ai familiari conviventi. Qualora sia in ospedale, sono moglie, figli e altri parenti che vivono nella stessa casa a restare in isolamento. E poi? Si chiedono i contatti, il paziente X è chiamato a ricostruire il più possibile fedelmente i contatti avuti nella sua vita lavorativa e sociale, lo stesso debbono fare i familiari. A quel punto serie di telefonate - ne sono state fatte migliaia - o notifiche da parte delle forze dell'ordine a chi è stato un contatto diretto e deve restare a casa. Un lavoro immane che va avanti praticamente 24 ore su 24.

L'ESPERTO

Alessio Farcomeni è docente di statistica all'università di Roma Tor Vergata: «Inevitabilmente - dice - è impossibile risalire a tutti i contatti avuti dal paziente negli ultimi giorni». Il professore insieme ai colleghi Fabio Divino (associato di statistica, Università del Molise), Giovanna Jona Lasinio (ordinario di statistica, università di Roma La Sapienza), Gianfranco Lovison (ordinario di statistica, Università di Palermo), Antonello Maruotti (ordinario di Statistica, Lumsa, Roma) ha messo in piedi Stat-Group-19. Insieme studiano l'andamento dell'infezione attraverso il fattore detto R0 « è una buona misura della velocità di trasmissione del virus, dipende dall'attitudine del virus a diffondersi, dalla durata dell'infezione e dal numero di contatti che una persona ha. Con i dati a disposizione al momento è possibile solamente prevedere il numero di futuri casi positivi. Con il passare dei giorni, tuttavia, sarà finalmente possibile fornire anche previsioni accurate anche del numero di decessi e guarigioni». In attesa dei dati qualcosa si può fare, comunque: «Per poter ridurre il fattore R0, cioè il numero di persone che ognuno di noi può potenzialmente contagiare, l'unico intervento possibile è ridurre il numero medio di contatti per persona. Più abbiamo contatti, più il virus si trasmetterà velocemente».
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Il Messaggero